Ho cambiato le parole (Italian Edition) by Rita Francese

Ho cambiato le parole (Italian Edition) by Rita Francese

autore:Rita Francese [Francese, Rita]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Les Flâneurs Edizioni
pubblicato: 2021-11-29T04:00:00+00:00


28. Anna

Anna, la sorella maggiore di Matteo, era davvero bella. Non c’era uomo che non si girasse a guardarla. Aveva una grazia e un modo di incedere regali, innati. A diciassette anni aveva lasciato la sua casa e, da allora, visitava col suo spettacolo – di cui era la soubrette – i principali teatri del mondo. Per la famiglia era inaccettabile. Mostrarsi mezza nuda. Portava dei tacchi impossibili, come faceva a scendere le scale con tanta grazia? Forse impersonava la voglia di spensieratezza, dopo le tenebre della guerra. Tra le piume e le paillette era allegra e la sua risata argentina portava via i tristi pensieri. Non le mancavano i gioielli, regalo dei suoi innumerevoli corteggiatori che nulla avevano in cambio. Nonostante si mostrasse praticamente senza veli con sguardo accattivante, era molto morigerata e amava la sua libertà e la sua indipendenza. La cosa di lei che incantava di più era il sorriso, che brillava fra il luccichio dei lampadari scintillanti della scenografia del suo spettacolo, sempre sfarzoso ed elegante.

Fra i tanti pretendenti ce n’era uno molto assiduo, Mario. La copriva di fasci enormi di rose baccarat. Non era molto facoltoso, spendeva tutti i soldi che aveva per fare colpo su di lei. Era un commerciante di utensili per la casa, un partito modesto, ma ad Anna non importava la sua situazione finanziaria, era incantata dalla sua costanza. Lui l’aspettava ogni sera, alla fine dello spettacolo, e le faceva recapitare le sue bellissime rose, sempre, ovunque lei andasse; quando poteva lasciava il lavoro per seguirla. Tanta dedizione alla fine ebbe la meglio e si sposarono. Ne parlarono tutti i giornali. Fu una cerimonia intima, con solo i familiari e pochi amici. Si amavano tanto, si vedeva lontano un miglio. Si stabilirono a Roma, dove lui aveva il suo negozio. Poi, lentamente, incominciò.

«Non mi va che tu lavori, che gli altri uomini ti guardino, ti voglio tutta per me!» insisteva Mario. «Non vivo più sapendoti sul palcoscenico con tutti quegli occhi addosso. So cosa vorrebbero farti!».

«Ma tu mi hai sposata sapendo quale fosse il mio lavoro, perché mi dici queste cose?».

Così, a malincuore, Anna cedette alle sue pressioni e lasciò la cosa che più di tutte le piaceva.

I figli non arrivavano e lui diventava sempre più nervoso: «Come mai? Da cosa dipende?».

Lei lo stringeva a sé e gli accarezzava la testa mormorando: «Arriveranno, amore mio, arriveranno. Un po’ di pazienza».

Un giorno lei andò a fare la spesa mentre lui era al lavoro. Sentì un rumore alle sue spalle, si girò, ma non vide nulla. Qualcosa la fece insospettire. Si nascose nell’antro di un portone e lo vide procedere rasente al muro. Gli si parò davanti: «Mario! Ma cosa fai? Mi segui? Perché?».

«Tu sei troppo bella! Chissà come ti guarderanno il salumiere, il macellaio! Non lo sopporto! Dovrai andare a fare la spesa solo se accompagnata!».

«Ma sei impazzito! Io ti amo! Se non ti amassi non ti avrei sposato. Devi fidarti di me».

Mario la spinse forte contro il muro e le strinse il braccio con violenza.



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