huizinga, homo ludens by [.]

huizinga, homo ludens by [.]

autore:. [.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


GIOCO E POESIA

Parlando delle origini della filosofia greca, nel loro rapporto con le antichissime sacre competizioni di saggezza, ci si trova già a vagare sui confini fra religione e poesia. Torna quindi utile esaminare ora la questione dell'essenza della creazione poetica. In un certo senso questa questione costituisce il tema centrale in uno studio sui rapporti fra gioco e cultura. Mentre infatti religione, scienza, diritto, guerra e politica, in forme più finemente organizzate di vita sociale, sembrano perdere via via i loro contatti col gioco che furono così vivi e pieni in stadi primitivi di cultura, il poetare invece, nato nella sfera ludica, non se ne allontanerà mai definitivamente. «Poiesis» è una funzione ludica. Essa ha luogo in un orto chiuso e fiorito dello spirito, in un mondo tutto proprio che lo spirito stesso si crea, in cui le cose hanno un altro volto che nella "vita consueta" e sono connesse in altro modo che dal legame logico. Interpretando la serietà come quella cosa che nei termini della vita vigile è esprimibile in modo definito, possiamo dire che la poesia non sarà mai completamente seria. Essa è situata al di là della serietà, in quella zona primeva dove si sfiorano il bambino, l'animale, il selvaggio e l'indovino, nella zona del sogno, dell'estasi, dell'ebbrezza e della risata. Per intendere la poesia bisogna sapersi vestire dell'anima del bambino come di un camice magico e accettare la saggezza del bimbo piuttosto che quella dell'uomo. E' quell'essenza primordiale della poesia, già capita ed espressa due secoli fa dal Vico (1), che più di ogni altra cosa si accosta al concetto vero e preciso di gioco.

«Poësis doctrinae tamquam somnium», la poesia è come un sogno di dottrina filosofica, dice una profonda sentenza di Francesco Bacone. Nelle rappresentazioni mitiche dei popoli primitivi, riferentisi alle cause dell'esistenza, sta racchiuso come in germe quel concetto che più tardi cercherà riflessione ed espressione in forme e termini logici. La filologia e la scienza delle religioni tentano di approfondire sempre di più la loro conoscenza di quel germe mitico di fede primitiva (2). Considerando l'originaria unità di poesia, sacra dottrina, saggezza e culto viene concepita, per così dire, con nuovi occhi tutta la funzione delle antiche civiltà.

Per giungere a questa nuova comprensione è necessario anzitutto sapersi liberare dall'idea che la poesia debba avere soltanto una funzione estetica, oppure sia spiegabile o comprensibile su basi estetiche. La poesia in ogni civiltà fiorente e viva, e soprattutto in uno stato arcaico di cultura, è una funzione vitale, una funzione sociale e liturgica. Ogni poesia antica è contemporaneamente culto, sollazzo, gioco di società, abilità, saggio o indovinello, grave insegnamento, persuasione, incantamento, divinazione, profezia, contesa. Forse in nessun'altra opera, come nel terzo canto del «Kalevala», l'epopea popolare finlandese, si trovano così efficacemente uniti tanti motivi di vita arcaica sacrale. Il vecchio saggio Väinamöinen incanta il giovane millantatore che ha osato sfidarlo a una gara. Prima contendono nelle cognizioni delle cose naturali, poi in quelle sulle origini di ogni cosa esistente; e lì il giovane Joukahainen ha la temerità di pretendere di avere preso parte alla creazione.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.