HUNGER GAMES by Collins Suzanne

HUNGER GAMES by Collins Suzanne

autore:Collins Suzanne [Suzanne, Collins]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: YA-FANTASY
pubblicato: 2011-09-07T22:00:00+00:00


Così mi concentro sull'unico fatto realmente positivo capitato da quando sono entrata nell'arena.

Ho un arco e delle frecce! Ben dodici frecce, se contiamo quella che ho recuperato dall'albero. Non presentano alcuna traccia della bava verde e velenosa uscita dal corpo di Lux - il che mi fa a pensare che non fosse del tutto reale - ma un bel po' di sangue secco. Posso pulirle più tardi, ma mi prendo un minuto per scoccarne qualcuna contro un albero vicino. Assomigliano più alle armi del Centro di Addestramento che a quelle che ho a casa, ma chi se ne importa? Posso farne buon uso.

Le armi mi offrono una prospettiva totalmente nuova degli Hunger Games. So che devo ancora affrontare avversari tenaci, ma non sono più solo una preda che fugge e si nasconde o compie atti disperati. Se Cato sbucasse dagli alberi proprio adesso, non fuggirei, tirerei. Mi rendo conto che sto aspettando quel momento con piacere. Ma prima devo rimettere in forze il mio corpo. Sono ancora molto disidratata e la mia riserva d'acqua è pericolosamente scarsa. Quel minimo di ciccia che ero riuscita a mettere su rimpinzandomi durante il periodo di preparazione è sparito, e con quello anche un bel po' del mio peso precedente. Le ossa delle anche e le costole sono persino più sporgenti di quanto le ricordi negli orribili mesi dopo la morte di mio padre. E poi devo occuparmi delle ferite: bruciature, tagli ed escoriazioni causate dall'aver sbattuto contro gli alberi, e le tre punture degli aghi inseguitori che mi fanno male e sono ancora gonfie. Curo le bruciature con la pomata e ne provo un po' anche sulle punture, ma con quelle non funziona. Mia madre conosceva un rimedio per le punture, certe foglie in grado di far uscire il veleno, ma se ne serviva di rado, e io non ricordo nemmeno il nome di quelle foglie, per non parlare del loro aspetto.

Prima di tutto acqua, penso. Adesso puoi cacciare mentre ti muovi. È facile capire da dove sono venuta grazie ai segni di distruzione che il mio corpo impazzito ha tracciato nel fogliame. Perciò mi allontano nella direzione opposta, sperando che i miei nemici siano ancora nel mondo surreale del veleno degli aghi inseguitori.

Non riesco a camminare troppo velocemente, le mie articolazioni rifiutano qualsiasi movimento brusco, così adotto l'andatura lenta del cacciatore che uso quando inseguo la selvaggina. Dopo qualche minuto, individuo un coniglio e uccido la mia prima preda con l'arco e la freccia. Non è il mio solito tiro preciso nell'occhio, ma fa lo stesso. Circa un'ora dopo trovo un torrente, poco profondo ma ampio, e più che sufficiente per le mie necessità. Il sole è forte e scotta, perciò, mentre aspetto che l'acqua si depuri, mi tolgo gli abiti, eccetto la biancheria, e li immergo nella corrente leggera. Sono sudicia dalla testa ai piedi. Cerco di spruzzarmi, ma alla fine mi limito a stendermi nell'acqua per qualche minuto, lasciando che la corrente lavi via lo sporco, il sangue e la pelle che ha iniziato a staccarsi dalle scottature.



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