I 7 colori per 7 pittori by Marta Barone

I 7 colori per 7 pittori by Marta Barone

autore:Marta Barone [Barone, Marta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Arancione

Autoritratto con gigli

Natal’ja Gončarova, 1910

C’è una donna voltata di tre quarti, che guarda direttamente lo spettatore. Ha la faccia serafica di un gatto tranquillo, un sorriso appena accennato, occhi e lineamenti quasi asiatici. Sullo sfondo s’intravedono una sedia e diversi quadri, lampi di primavere, nature morte, alberi in fiore e cieli blu di smalto. Tutto, la donna-gatto e i quadri dietro di lei, è dipinto allo stesso modo, con pennellate corpose, quasi solide, di cui si potrebbe sentire lo spessore granuloso sotto le dita. Quelli nella stanza sono i suoi quadri, perché questo è un ritratto che la donna ha fatto di se stessa: è una pittrice. È vestita in modo semplice, pratico, quasi dimesso: un fazzoletto da contadina avvolto intorno alla testa, una camicia bianca da lavoro. In mano, però, ha un mazzo di fiori, che impugna quasi come gesto di sfida: un mazzo di gigli tigre di un arancio fiammeggiante, che si aprono palpitanti e selvaggi e rompono la quiete apparente, fornaci di splendore. La donna sorride, come se conoscesse un segreto a cui non abbiamo accesso. I gigli irradiano la loro selvatica luce arancione.

Due gentiluomini e una giovane signora passeggiano per una via del centro di Mosca, il Kusneckij Most. È il 1913. Gli uomini indossano i loro completi più eleganti e i cilindri, la donna porta un cappello piumato: è un magnifico uccello del paradiso in lunghi abiti scuri. Sembrano normali, impeccabili borghesi della buona società, ma, guardandoli attentamente, sotto quei cappelli hanno volti dipinti: fiori e motivi ornamentali e segni primitivi sulle guance, sulla fronte, intorno ai sorrisetti divertiti. La cosa suscita molto stupore fra i passanti, tanto che la notizia finirà addirittura sul giornale. Ma chi sono questi incantatori che portano il loro magico viso pitturato per la grigia città autunnale?

Uno è Aleksej Kručënych, poeta transmentale: ha di recente coniato una lingua nuova, fatta di suoni e onomatopee. Questa lingua si chiama zaum’, e la parola va pronunciata proprio come un colpo di vento, una porta che sbatte: ZAUM!. Gli altri sono suoi amici, due pittori: Michail Larionov e la sua compagna, Natal’ja Gončarova. I due si amano, vivono e lavorano insieme da tredici anni, da quando ne avevano diciotto e si sono conosciuti alla Scuola di belle arti. Lui per primo ha visto in lei, che aveva studiato filologia e poi scultura, lo sguardo della pittrice. Le ha detto: «Lei ha gli occhi per vedere il colore, e invece si occupa della forma. Apra gli occhi sui suoi occhi!».

Dopo, in effetti, è stato tutto colore.

(«Improvvisamente capii che quello che mi mancava nella scultura, era la pittura... era la pittura» dirà un giorno Natal’ja.)

Natal’ja ha un sorriso un po’ sornione, una grande calma nei modi e nei gesti. Porta i capelli scuri sempre tirati indietro, stretti stretti e raccolti dietro la nuca, forse perché, quand’era bambina, la sorvegliante a scuola la sgridava tutti i giorni credendo usasse l’arricciacapelli. Si può solo essere tristi per insegnanti così privi di immaginazione da dimenticarsi che esistono in



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