I miserabili by Victor Hugo

I miserabili by Victor Hugo

autore:Victor Hugo [Hugo, Victor]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Letteratura
pubblicato: 2010-01-07T10:32:59+00:00


In quel momento l'uscio della stamberga s'era aperto, lasciando vedere tre uomini in camiciotto di tela celeste, mascherati con maschere di carta nera. Il primo era magro e portava un lungo randello ferrato; il secondo, una specie di colosso, teneva in mano, prendendolo a metà manico, col ferro in basso, un maglio di quelli usati per scannare i buoi ed il terzo, dalle spalle quadre, meno magro del primo e meno massiccio del secondo, impugnava un'enorme chiave, rubata a qualche porta di prigione. Jondrette pareva aspettasse per l'appunto l'arrivo di quegli uomini. Un rapido dialogo s'impegnò fra lui e l'uomo del randello, il magro. "È tutto pronto?" chiese Jondrette. "Sì," rispose l'uomo magro. "E dov'è dunque, Montparnasse?" "Il primo attor giovane s'è fermato a discorrere con tua figlia." "Quale?" "La maggiore." "V'è la carrozza da piazza, dabbasso?" "Sì." "E la carrozzella è pronta?" "Pronta." "Con due buoni cavalli? "Ottimi." "E aspetta dove ho detto?" "Sì." "Bene," disse Jondrette. Il signor Leblanc era pallidissimo. Osservava tutto nella tana, intorno a lui, come un uomo che capisca dov'è caduto, e la sua testa volta alternativamente verso tutte quelle che lo circondavano, gli si muoveva sul collo con una lentezza attenta e stupita; ma non v'era nulla, nel suo aspetto, che assomigliasse alla paura. S'era fatto della tavola un trinceramento improvvisato e quell'uomo, che un momento prima aveva solo l'aria d'un buon vecchio, era divenuto d'un subito una sorta d'atleta e appoggiava il pugno robusto sullo schienale della sedia, con un gesto terribile e sorprendente. Quel vecchio, così risoluto e coraggioso davanti al pericolo, sembrava una di quelle persone altrettanto coraggiose quanto buone, naturalmente, e con semplicità. Il padre d'una donna da noi amata non è mai un estraneo; e Mario si sentì fiero di quello sconosciuto. Tre degli uomini dalle braccia nude dei quali Jondrette aveva detto: Sono fuochisti, avevan preso nel mucchio di ferraglie, uno una gran cesoia, l'altro una leva e il terzo un martello e s'eran messi attraverso l'uscio senza profferir parola. Il vecchio era rimasto sul letto ed aveva solo aperto gli occhi, mentre la Jondrette gli si era seduta al fianco. Mario pensò che fra pochi secondi sarebbe giunto il momento d'intervenire e alzò la destra verso il soffitto, in direzione del corridoio, pronto a lasciar partire la pistolettata. Jondrette, finito il suo colloquio coll'uomo dal randello, si voltò nuovamente verso Leblanc e gli ripetè la domanda, accompagnandola con quella sua risata bassa, smorzata e terribile: "Non mi riconoscete, dunque?" Il signor Leblanc lo guardò in faccia e disse: "No." Allora Jondrette s'avanzò fino alla tavola, si chinò sulla candela, incrociando le braccia e avvicinando la sua mascella angolosa e feroce al viso calmo del signor Leblanc e, avanzandosi il più possibile, senza che Leblanc indietreggiasse per questo, gli gridò, in atteggiamento di belva che sta per mordere: "Non mi chiamo Fabantou, non mi chiamo Jondrette: mi chiamo Thénardier! Sono l'albergatore di Montfermeil! Mi capite bene? Thénardier! Ed ora, mi riconoscete?" Un impercettibile rossore passò sulla fronte



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