I Mutanti by AaVv

I Mutanti by AaVv

autore:AaVv [AaVv]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2011-01-12T23:00:00+00:00


Melantha Jhirl si azzardò a dare una rapida occhiata alle sue spalle. — Karoly — chiamò. — Dove sei?

— Sono all'esterno, Melantha — rispose lui. — Non posso venire, amica mia. Perdonami.

— Ma dobbiamo restare uniti — replicò la ragazza.

— No — affermò d'Branin, — no, non posso correre questo rischio, non adesso che siamo così vicini. Sarebbe tragico, e così futile, Melantha, giungere ad un passo dalla meta e fallire. Non mi spaventa la morte, ma prima devo vederli, finalmente, dopo tutti questi anni. — La sua voce era calma e decisa.

Royd Eris si intromise nella conversazione. — Karoly, mia madre sta per far partire la nave. Non capisci? Rimarrai qui, sperduto nello spazio.

— Aspetterò — replicò d'Branin. — I miei volcryn stanno per arrivare, ed io li aspetterò.

A questo punto non c'era più tempo per le parole, poiché il portello stagno era quasi sopra di loro. Entrambe le slitte rallentarono fino a fermarsi, poi Royd Eris allungò la mano e mise in funzione il ciclo di apertura, mentre Melantha si spostava sulla parte posteriore della grossa slitta ovale di Royd. Quando la porta esterna scivolò di fianco, entrambi si infilarono nella camera stagna.

— Quando si aprirà la porta interna, prepariamoci al peggio — le disse Royd con voce piatta. — La maggior parte dell'arredamento permanente è saldato o fissato con bulloni alla nave, oppure ne fa parte integrante, ma gli oggetti che voi avete portato a bordo non lo sono. Mamma li userà come armi. E fa' attenzione alle porte, ai portelli stagni e ad ogni attrezzatura collegata al calcolatore dell'Uccello notturno. È necessario che io ti ricordi di non aprire la tua tuta?

— Non ce n'è bisogno — rispose lei.

Royd abbassò un poco la slitta, e nel toccare il pavimento della camera stagna i suoi bracci uncinati provocarono un rumore metallico.

La porta interna si aprì, e Royd attivò i propulsori.

All'interno li aspettavano i due linguisti, immersi in una nebbiolina di sangue. L'uomo era stato squarciato dall'inguine alla gola, e i suoi intestini si agitavano come un groviglio di pallidi e rabbiosi serpenti. La donna stringeva ancora il coltello. I due galleggiavano vicini con una grazia che in vita non avevano mai posseduto.

Royd sollevò i bracci uncinati anteriori e spostò di lato i due cadaveri. L'uomo carambolò addosso ad una paratia, lasciando una larga macchia umida nel punto d'impatto, e le sue viscere fuoruscirono ancora più dal corpo. La donna lasciò andare il coltello. Royd accelerò, oltrepassandoli, e si lanciò su per il corridoio, in mezzo alla nuvola di sangue.

— Io guarderò alle spalle — disse Melantha, e si girò, voltandogli la schiena. I due cadaveri erano già dietro di loro, innocui, e il coltello galleggiava libero nell'aria. Lei stava per dire a Royd che andava tutto bene, quando la lama si girò all'improvviso e si diresse verso di loro, come se qualche forza invisibile ne avesse preso possesso.

— Vira! — gridò la ragazza.

La slitta scartò violentemente di lato; il coltello la mancò per un buon metro, e andò a sbattere rumorosamente contro una paratia.



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