I quaderni nascosti del figlio del repubblichino by Rolando Guerriero

I quaderni nascosti del figlio del repubblichino by Rolando Guerriero

autore:Rolando Guerriero [Guerriero, Rolando]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788863964943
editore: Giovane Holden
pubblicato: 2014-05-27T22:00:00+00:00


Febbraio 1944

Tema: Il lavoro è fonte della ricchezza nazionale. Tutti lavorano e contribuiscono al benessere del paese. Quale è il tuo contributo?

Svolgimento

È il lavoro che arricchisce i popoli o almeno gli fornisce quello che gli serve per mangiare. Il mio contributo non è un gran che, in quanto passo buona parte del tempo a scuola. Mia madre dice che è questo il mio lavoro, però mi piacerebbe fare qualcosa per darci modo di mangiare un po’ di più, visto che adesso le carte annonarie servono a poco. Quelli che hanno le tavole sempre piene sono i contadini, ma loro lavorano sodo: si alzano la mattina presto, quando ancora non ci si vede e vanno avanti tutto il giorno, finché non fa buio. Non conoscono né domeniche, né feste comandate, grandi e piccini, maschi e femmine! Si fermano soltanto per l’Ascensione! Io ho imparato ad andare con loro, così mi fanno fare qualcosa e così ruscolo un po’ di roba da mangiare: un pezzo di pane, della polenta, una coppia d’ova, un cavolfiore, due patate, un finocchio, quando va male qualche cesto di cicerbita. Ma in fondo sono anche buoni.

Mi dicono: “Mangia, rossetto, così diventi forte!” E il capoccia mi allunga una fetta di lardo o un bicchiere di vino rosso, senza farsi vedere dalla massaia, mentre la massaia di nascosto, mentre me ne vado mi dà una nocetta di burro. Il latte poi me lo fanno bere ogni volta che voglio. Io lo dico sempre a mia sorella Romana: “Vieni anche te, forse in due si ruscola di più!” Ma lei si vergogna, dice che sono sempre sporchi e mal vestiti, puzzano di stalla, sono brutti, pieni di difetti e soprattutto comunisti.

Questo è vero, me ne sono accorto anch’io. Però mi chiedo: senza il loro lavoro come si camperebbe ? E soprattutto come camperebbe il Conte, che ci ha tutta questa terra, ma non è capace di fare niente e gli danno di ogni cosa la metà! Saranno anche comunisti, ma sono anche di molto scemi! Sono convinto che mio padre che sa tante cose, non sa quanto sono importanti i contadini. Oltre che lavorare come muli, sanno un monte di cose che noi di città non conosciamo per niente. Non parlo di quelli di città ignoranti, ma anche quelli che hanno studiato. E hanno imparato tutto da sé, senza neppure andare a scuola! Un po’ ascoltando i loro vecchi, un po’ guardando gli altri contadini, un po’ osservando attentamente come la terra e le piante reagiscono al sole, alla pioggia, al gelo e alla vangatura.

Io mi diverto ad ascoltarli: hanno sempre una poesia o un proverbio per tutto. Dicono che è sapienza antica. I vecchi, sia uomini che donne, sanno tutto quello che serve e lo dicono anche a me che sto lì ad orecchi ritti.

Per esempio sanno che certi terreni, che loro chiamano pesanti, non debbono essere lavorati quando sono bagnati, ma neppure quando sono completamente asciutti. Debbono avere ricevuto un po’ d’acqua, debbono essere “in tempera”, così dicono.



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