I VIAGGI DI GULLIVER by Jonathan Swift

I VIAGGI DI GULLIVER by Jonathan Swift

autore:Jonathan Swift [Swift, Jonathan]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


2 - CARATTERI E UMORI DEGLI ABITANTI DI LAPUTA. CENNI SULLA LORO CULTURA. IL RE E LA CORTE. VIENE RICEVUTO L’AUTORE. TIMORI ED INQUIETUDINI DEGLI ABITANTI. COMPORTAMENTO DELLE DONNE.

Appena misi piede sull’isola, fui circondato da una folla di persone, delle quali quelle che mi erano più vicine, sembravano di una certa importanza. C’era nei loro sguardi un senso di stupore, né ero meno meravigliato di loro, perché non avevo mai visto persone così strane nella foggia degli abiti, nell’aspetto e nei modi. Avevano la testa reclinata a destra o a sinistra, con un occhio rivolto verso la punta del naso e l’altro al cielo. Avevano le vesti ricamate con figure del sole, della luna e degli astri intrecciate con quelle di violini, flauti, arpe, trombe, chitarre, clavicembali e molti altri strumenti sconosciuti in Europa. Scorsi qua e là diverse persone in abiti da servitori che tenevano in mano un bastoncino con in cima una vescica, al posto di uno staffile, con dentro dei sassolini e dei fagioli secchi, come poi mi fu detto. Di tanto in tanto battevano la vescica gonfia sulla bocca e sugli orecchi dei presenti, un gesto di cui al momento non riuscivo a capire il significato. Sembra che questi personaggi siano talmente immersi nelle loro speculazioni, da non essere in grado né di parlare, né di seguire le parole altrui, a meno che non vengano risvegliati da una sensazione tattile prodotta negli organi della favella e dell’udito. Per questo, quanti se lo possono permettere, hanno in casa un battitore (o “climenole” nella loro lingua) fra i loro domestici, che si portano sempre dietro, quando si recano in visita. Quando si incontrano due o tre persone, il compito dei battitori è quello di colpire la bocca di chi deve parlare e contemporaneamente l’orecchio destro di coloro a cui sono dirette le parole. Il battitore è anche un’esperta guida durante il cammino, infatti a volte colpisce leggermente gli occhi del deambulante, perché questi è così assorto, da correre in ogni momento il pericolo di precipitare in un burrone, di imboccare tutti i pali che incontra sulla strada, di travolgere gli altri o esserne travolto e gettato in qualche rigagnolo.

Ho dovuto dare queste informazioni al lettore, altrimenti si sarebbe trovato in imbarazzo come me, dinanzi al modo di procedere di queste persone, mentre mi portavano su per le gradinate fino alla cima dell’isola e, di lì, al palazzo reale. Durante la salita si dimenticavano continuamente cosa stavano facendo e mi piantavano in asso, finché la loro memoria veniva sollecitata dai battitori; per il resto sembravano ignorare il mio aspetto straniero e le grida della gente comune molto meno assorta di loro.

Arrivammo finalmente al palazzo reale e fui ammesso nella sala delle udienze; qui vidi il re seduto sul trono, circondato da persone d’alto rango. Davanti al trono c’era un tavolo pieno di globi, sfere e strumenti matematici di tutti i generi. Sua Maestà non si accorse di noi, malgrado lo strepito che si sollevò al nostro arrivo e le persone di corte che accorrevano da ogni parte della reggia.



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