Il bambino by Fiona Barton

Il bambino by Fiona Barton

autore:Fiona Barton
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
Tags: Thrillers, General, Fiction
ISBN: 9788858426326
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


43.

Emma

Mercoledí 11 aprile 2012

Stamattina mi sento piú forte. Erano settimane che non stavo cosí bene. Non so cosa mi prenda, ma tiro su la cornetta e chiamo Jude per farglielo sapere.

– Ciao, – le dico.

– Oh, quale onore! Due telefonate in una sola settimana! – scherza lei. – Mi sembri in forma.

Lei no.

– Va tutto bene? – le chiedo, ma non è che voglia davvero stare a sentire i suoi problemi. Rischio di perdere il buonumore.

– Sí, sí, – risponde. – E tu? Come mai cosí vispa?

– Mah, oggi mi sento allegra –. E anche se non voglio, vado dritta alla notizia che mi ha risollevato il morale. – Sai quel bambino di cui ti ho detto, quello che era stato sepolto in Howard Street? L’hanno identificato: è una bambina di cui non si avevano piú notizie da quarant’anni. Una certa Alice qualchecosa…

– Irving. Alice Irving, – dice Jude. – Sí, l’ho sentito al telegiornale. Era scomparsa prima che ci andassimo ad abitare.

– Ah, te la ricordi, quella storia? Quando l’ho sentita alla radio non potevo crederci! – Sembro un’esaltata. Provo a fare un respiro profondo.

– Neanch’io. Incredibile, – dice, ma non c’è esaltazione nella sua voce. Anzi, è del tutto priva di emozione.

– Quindi non possono essere stati i drogati, – dico.

– Mi pare improbabile. Ma sono passati tanti anni, e forse non scopriranno mai la verità.

– Oh, non credo, Jude: ormai la polizia può ricorrere a nuovi metodi. Infatti sono riusciti a confrontare il Dna dopo tutto questo tempo, non è vero?

– Be’, cosí dicono, – risponde Jude, – ma perché ne sei cosí contenta?

– Non è che ne sia contenta, – replico. – Mi interessa, tutto qua.

A Jude invece non interessa per niente, tant’è che cambia subito argomento. Com’è ovvio, comincia a parlare di Will. È ripiombata nella sua ossessione. E io mi deprimo.

– Non si è piú fatto sentire, – sta dicendo lei. – Secondo te dovrei chiamarlo?

– No.

Risposta sbagliata: la voce di Jude si indurisce. – Io invece credo che lo chiamerò. Non so perché abbia chiesto il tuo parere, in effetti. Tu pensi solo a te stessa. Hai un marito, un lavoro, colleghi, amici. E io, che cos’ho? Una figlia che non vedo quasi mai. Ho bisogno che ci sia qualcuno nella mia vita, Emma. Mi sento sola.

Il che, detto da mia madre, è una confessione importante. Cerco di dimostrarle un po’ di partecipazione.

– Mi dispiace. Non immaginavo che ti sentissi sola. Ti chiamerei piú spesso, ma finisce sempre che litighiamo. Non ti vedi mai con qualche ex collega, chessò, con qualche amica?

– Sono impegnate a star dietro alla famiglia, oppure sono morte. Alla mia età sembra che tutti quelli che conosco siano in fin di vita. Mi domando quando toccherà a me.

– Perché? Ti senti male?

– No, oggi mi sento solo vecchia. Ma non darti pena per me.

Ho un lampo di profonda irritazione. Mi sta condizionando. Lo so, e lo sa anche lei, ma non posso fare niente per impedirlo.

– E se ti



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