Il bambino in cima alla montagna (Italian Edition) by John Boyne

Il bambino in cima alla montagna (Italian Edition) by John Boyne

autore:John Boyne
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Letteratura, Fiction
ISBN: 9788858683224
Amazon: B019IY9Z4K
editore: Rizzoli
pubblicato: 2016-01-14T00:00:00+00:00


Eva Braun accompagnava quasi sempre il Führer quando veniva al Berghof e Pierrot aveva ricevuto severe istruzioni perché si rivolgesse sempre a lei chiamandola Fräulein. Era una donna alta, poco più che ventenne, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, e vestiva sempre molto alla moda. Pierrot non l’aveva mai vista indossare lo stesso vestito due volte.

«Puoi eliminare tutta questa roba» disse una volta a Beatrix, prima di ripartire dall’Obersalzberg dopo il fine settimana, spalancando gli armadi e scorrendo con la mano tutte le camicette e i vestiti appesi. «Sono capi dell’ultima stagione. Gli stilisti di Berlino hanno promesso di mandarmi i modelli delle nuove collezioni.»

«Devo darli ai poveri?» chiese Beatrix, ma Eva fece cenno di no con la testa.

«Sarebbe inappropriato» disse, «per qualunque donna tedesca, facoltosa o indigente che sia, indossare un abito che ha toccato prima la mia pelle. No, puoi gettarli nell’inceneritore sul retro con il resto dell’immondizia. A me non servono più. Che brucino pure, Beatrix.»

Eva non prestava molta attenzione a Pierrot – di certo non andava neanche vicino a quella che invece gli prestava il Führer – ma, in qualche occasione, quando lo incrociava in corridoio, gli scompigliava i capelli o gli faceva il solletico sotto il mento, come se fosse uno spaniel, e gli diceva cose del tipo «dolce, piccolo Pieter» o «guarda che angioletto», commenti che avevano il solo risultato di metterlo in imbarazzo. Non gli piaceva essere trattato con sufficienza e capiva che lei non sapesse bene se lui lavorasse per loro, fosse un ospite indesiderato, o soltanto un animale domestico.

Il pomeriggio in cui ricevette il regalo del Führer, Pierrot si trovava fuori in giardino, non lontano dall’edificio principale, a lanciare un bastone a Blondi, il pastore tedesco di Hitler.

«Pieter!» gridò Beatrix, uscendo e agitando una mano verso il nipote. «Pieter, vieni, per favore.»

«Sto giocando!» rispose ad alta voce Pieter, raccogliendo il bastone che Blondi gli aveva appena riportato e lanciandoglielo di nuovo.

«Adesso, Pieter!» insistette Beatrix, e il ragazzo la raggiunse mugugnando per tutto il tragitto. «Tu e quel cane» disse. «Tutte le volte che ho bisogno di te, mi basta seguire i latrati.»

«A Blondi piace molto stare qui» disse Pierrot, sorridendo. «Pensi che dovrei chiedere al Führer se può lasciarla qui tutto il tempo da ora in poi, invece di riportarla a Berlino?»

«Io non lo farei se fossi in te» disse Beatrix, scuotendo la testa. «Sai bene quanto è attaccato al suo cane.»

«Ma a Blondi piace molto di più stare in montagna. E a quanto ho sentito, quando è al quartier generale del partito, non fa altro che rimanere chiusa dentro la sala riunioni senza mai uscire a giocare. Lo vedi com’è eccitata tutte le volte che salta giù dalla macchina?»

«Per favore, non farlo» disse Beatrix. «Noi non chiediamo favori al Führer.»

«Ma non è per me!» insistette Pierrot. «È per Blondi. Al Führer non dispiacerà, secondo me, se sono io a chiederglielo…»

«Siete molto vicini ultimamente, vero?» chiese Beatrix, con una nota d’ansia nella voce.

«Io e Blondi?»

«Tu e Herr Hitler.»

«Non dovresti chiamarlo il Führer?» domandò Pierrot.



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