Il Cambio by Bruno Vespa

Il Cambio by Bruno Vespa

autore:Bruno Vespa [Vespa, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:34:30+00:00


«Epoca» Riccardo Briglia - che tra le foto in vendita c’è quella di Marianna. Se ne accorge l’occhio fino del condirettore Massimo Donelli, che annusa il colpo e ne parla con Briglia. I due sanno che Marianna non è mai stata fotografata in privato, comprano le foto e stabiliscono di mandarne una copia al Quirinale prima di deciderne la pubblicazione. Dal Quirinale non arriva nessuna reazione. Briglia insiste, e solo dopo qualche giorno arriva la risposta: fatene quel che volete.

Briglia si sente sollevato e affida ad Antonietta Garzia un pezzo leggero sul pomeriggio di shopping di Marianna Scalfaro. Visto che il Quirinale non ha nulla da obiettare, di-246

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cono al giornale, si può forzare sul titolo e giocare un pochino sul misterioso architetto.

Entra in scena l’architetto Salabé

Quando il giornale va in edicola, scoppia il caso.

Si scopre, infatti, che il sorridente signore con la fede al di-to e il pacco in mano è l’architetto Adolfo Salabé, 64 anni portati benissimo, titolare di una rete di società che fatturano decine di miliardi all’anno ai servizi segreti, prevalentemente per ristrutturazioni di immobili riservati e che svolge sta-bilmente la stessa opera di consulenza al Quirinale.

La frequentazione di Salabé da parte di Marianna non de-ve sorprendere.

Scalfaro è stato ministro dell’Interno dal 1983 al 1987 e ha abitato anche nello stabile di via Giovanni Lanza dove ha se-de il Sisde, abituale committente di Salabé. Marianna ha quindi conosciuto e frequentato, se non altro per circostanze condominiali, molti dirigenti e impiegati del Servizio, tra cui quella Rosa Maria Sorrentino, funzionaria dell’ufficio programmazione del Servizio, che le faceva spesso compagnia e che sarà anch’essa pesantemente coinvolta nello scandalo dei fondi riservati del Sisde.

Tutto normale, dunque? In apparenza. Perché è uscita su

«Epoca» la foto di Marianna Scalfaro e di Adolfo Salabé?

L’ha scattata uno dei tanti paparazzi che presidiano il centro di Roma in attesa dell’incontro fortunato o qualcuno che andava a colpo sicuro e ha usato l’inconsapevole settimanale per mandare un segnale al colle più alto? E quale segnale? E

perché? Il direttore di «Epoca» si insospettisce e teme di essersi fatto involontario strumento di qualche sotterranea lotta di potere. Convoca Giansiracusa, titolare dell’agenzia che gli ha venduto le foto, e ne riceve la più ampia assicurazione che Riccardo Dotti autore dello «scoop», l’ha fatto dawero per caso.

Dall’ingrandimento di una foto risulterebbe peraltro la presenza in via del Babuino di un altro fotoreporter: significa che Marianna è rimasta vittima di paparazzi che non sapeva-I no quel che facevano?

«Un sospetto m’è rimasto» dice oggi Briglia, poco incoraggiato peraltro ad approfondire il caso, vista l’apparente indifferenza del Quirinale circa la pubblicazione delle foto. In realtà al Quirinale non debbono aver gradito molto l’iniziativa. Ma intelligentemente non l’hanno bloccata, sapendo che una foto non pubblicata crea problemi e imbarazzi cento volte maggiori di una foto pubblicata. Un po’ di mistero, dunque, resta.

Per capire quale fosse il clima nei palazzi romani della politica nel mese di ottobre del ‘93, dobbiamo tornare indietro di quasi un anno.

Nel dicembre del ‘92, il pubblico ministero romano Anto-nino Vinci,



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