Il canto di Natale (Agatha Mistery Classic Collection) by Sir Steve Stevenson

Il canto di Natale (Agatha Mistery Classic Collection) by Sir Steve Stevenson

autore:Sir Steve Stevenson
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851197414
editore: De Agostini
pubblicato: 2021-11-04T00:00:00+00:00


Era arrivato il momento del pudding.

«Mamma, veniamo a prenderlo con te!» dissero in coro i due piccolini.

«No, no! Voi aspettate qua» rispose lei. Era un’operazione delicata e non voleva nessuno intorno.

Mentre la signora Cratchit andava in cucina, i due cominciarono a fare le ipotesi più diverse e cupe.

«E se non è cotto abbastanza?»

«E se si rompe mentre la mamma lo rovescia?»

«E se qualcuno si è arrampicato fino alla finestra e l’ha rubato mentre noi mangiavamo l’oca?»

«Oh, no…» dissero alla fine entrambi, scuri in volto.

Invece eccolo là, il pudding… sembrava una palla di cannone, era bello sodo, fiammeggiante per via del liquore di cui era intriso, e con in cima un rametto di agrifoglio.

«Che meraviglia!» esclamò Bob. «Penso sia la cosa più bella e riuscita che tu abbia mai fatto!» disse alla moglie.

«Temevo che la farina non fosse adatta…» disse lei, ma intanto tirò un sospiro di sollievo, perché si era tolta un bel pensiero.

Tutti fecero grandi complimenti, ma nessuno osò dire che era, a tutti gli effetti, un pudding troppo piccolo per una famiglia così numerosa.

Erano felicissimi, anche con una piccola porzione di dolce a testa.

Finita la cena, le arance comparvero sul tavolo e le castagne furono messe sul fuoco. Bob servì da bere e propose un brindisi: «Felice Natale a tutti noi!»

«Felice Natale a tutti noi!» ripeté l’intera famiglia.

«Che Dio ci benedica!» aggiunse il piccolo Tim.

Era seduto sul suo sgabello, la manina stretta in quella del papà. Era come se Bob avesse paura che qualcuno, venuto da chissà dove, potesse portarglielo via.

Scrooge, che aveva assistito a tutta la cena, chiese allo spettro: «Ti prego, dimmi se il piccolo Tim vivrà ancora».

Il fantasma si voltò verso di lui: «Vedo uno sgabello vuoto, e la stampella conservata con cura… no, quel bambino non sopravvivrà».

«Oh, no!» esclamò Scrooge. «Non può essere!»

«Ma come, ti dispiace?» ribatté lo spirito. «Eppure in questo modo si ridurrà la sovrappopolazione!»

Scrooge si sentì trafiggere il cuore al ricordo delle parole che lui stesso aveva utilizzato quando quei due signori si erano presentati alla porta del suo ufficio per chiedergli di fare beneficenza.

«Uomo!» tuonò allora il fantasma. «Come potete, tu e i tuoi simili, avere la presunzione di sapere chi sia di troppo e chi no, di decidere chi debba morire e chi no?»

Scrooge abbassò lo sguardo, tremante e pentito.

“Come ho potuto essere così crudele e arrogante?” pensò.

Ma ecco che in quel momento sentì pronunciare il suo nome e rialzò di scatto la testa.

«Brindiamo al signor Scrooge, che ha finanziato questo nostro banchetto!» stava infatti esclamando Bob.

«Sì, sì…» borbottò la moglie. «Vorrei proprio averlo qui, e gli servirei in tavola tutti i pensieri che ho su di lui!»

«Mia cara…» mormorò Bob. «È Natale, su… e poi ci sono i bambini.»

«Appunto! Se si arriva a brindare a un uomo odioso, duro e insensibile come quello, allora è davvero Natale! E nessuno lo sa meglio di te, mio caro Bob!»

«Tesoro…» ripeté Bob.

«E va bene!» si arrese la moglie. «Berrò alla sua salute, ma solo per farti un favore.» Poi, a voce



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