Il cibo racconta Napoli by Yvonne Carbonaro

autore:Yvonne Carbonaro [Carbonaro, Yvonne]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788899114800
editore: Kairòs
pubblicato: 2018-07-27T05:00:00+00:00

IV.4. I mangiamaccheroni

Ferdinando mal sopportava il rigore dei protocolli imposti a corte.

Egli volle dare al trono e alla dinastia un’impostazione sempre più napoletana “verace”. Stabilì con la plebe un legame fortissimo mescolandosi ai lazzari, che lo appoggiarono sempre, e frequentando con loro le taverne, tanto da essere chiamato “Tata Maccarone”, perché amava mangiare come loro i maccheroni con le mani per la strada, e “Re Lazzarone” da coloro che criticavano tale comportamento.

Si racconta che egli avesse imposto addirittura di includere nei pranzi di corte gli amati maccheroni e si dice che, per evitare che li prendesse con le mani nei pranzi ufficiali, fu inventata per lui una forchetta a quattro denti (rebbi) larghi per avvolgerli comodamente.

Secondo un’altra versione dei fatti, questo modello sarebbe stato introdotto invece nel 1850 per il re Ferdinando II dal ciambellano di corte Spadaccini.

In realtà i maccheroni rimasero a lungo appannaggio dei poveri.

È dal ’600 che i napoletani vengono chiamati “mangiamaccheroni”, epiteto con cui fino a quel momento venivano indicati i siciliani.

Tutti i viaggiatori del Grand Tour raccontano meravigliati come dappertutto a Napoli nugoli di straccioni li mangiassero in ogni momento della giornata, portandoli alla bocca con le mani presso i banchetti degli ambulanti.

Li si poteva acquistare per pochi soldi, conditi con sale, strutto, un po’ di formaggio e un pizzico di pepe.

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