il Designato by Luciano Zuccòli

il Designato by Luciano Zuccòli

autore:Luciano Zuccòli
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-06-14T00:00:00+00:00


XI.

Già nella parvenza fisica, Ettore Caccianimico stupiva, perchè i suoi cinquant'anni erano attestati non da altro se non dalla canizie e avevan sorvolato alla sua struttura magra, rigida, soldatesca. Sul viso sbarbato rimaneva l'impronta d'una volontà decisa; gli occhi, di colore indefinibile, tra il grigio e l'azzurro, potevan turbare con la fissità dello sguardo. Se la forza di volere s'indovina dal naso forte, da labbra sottili, dal mento angoloso, - certo il profilo d'Ettore Caccianimico era l'espressione della massima imperiosità di cui è capace animo d'uomo.

E lo scherzo della natura stava in questo; che tutti quei segni mentivano; che l'uomo di bellezza così maschia da farlo supporre uno sfidator di tempeste, era un ingenuo.

E ancora, perchè meglio sfuggisse a una definizione * esatta, non era ingenuo se non a intervalli, alternando pensieri ed azioni da fanciullo a imprese da tenace esperto; ora in preda a entusiasmi ingiustificati, ora scorato per un ostacolo illusorio; ora senza scrupoli, ora accasciato da rimorsi ingiusti.... Qualche volta lo si poteva credere uomo da calpestar tutto per giungere anche a un capriccio; qualche volta, un imbelle che si spaventa d'una parola.

Onde, la sua vita era in preda ai mille fattori che costituivano il suo carattere; e la definizione più vera d'Ettore Caccianimico poteva limitarsi a considerarlo uomo senza linea di condotta e fors'anco senza mai un perchè d'azione. In questo senso, egli era cieco; si buttava a un'impresa o ne rifuggiva con terrore, egualmente; e se avesse dovuto spiegar la sua esistenza, avrebbe scoperto che quei motivi i quali l'avevano annientato in una vicenda, erano i medesimi che in altra vicenda eguale l'avevano infiammato di volontà.

Così, era stato ufficiale di cavalleria, poi commerciante audace, poi ricco e instancabile cosmopolita, zerando oggi l'opera d'ieri; marito per caso; amico dubbio; non convinto di nulla, nemmeno dei propri diritti; intollerante di doveri certi e scrupoloso per doveri fantastici.

Benchè già fossero valicate le tre del pomeriggio quando passai la soglia di casa Caccianimico, trovai Ettore in veste da camera.

Lo studio, dalla tettoia vetrata, era illuminato di luce diurna; non troppo ampio, d'esatte dimensioni, con due finestre prospicienti la strada; a fianco dell'una stavan la scrivania e le poltrone di pelle a borchie d'ottone, e innanzi all'altra una giardiniera con alcuni vasi di fiori dai freschi sbocci. La parete cui s'appoggiava la poltrona della scrivania era coperta fino a metà altezza da una cornice rettangolare contenente schizzi d'autore, piccoli paesaggi, teste a tempera; e immediatamente sotto la cornice, un divano di seta color giallo scuro, con avanti un tavolino ingombro di barattoli e di volumi rilegati. Addossati alla parete di contro, la libreria e uno scaffaletto; poi, senz'ordine voluto, qua e là, diverse poltrone, della medesima stoffa e del medesimo color del divano.

Un odore forte di sigaretta aleggiava per la camera e si mischiava a un altro profumo, più sottile, meno dominante, come riposto e ad ora ad ora agitato dai nostri movimenti.

Era un profumo non ignoto alle mie nari, ma snaturato alcun poco dal luogo; cosicchè m'arrestai sulla soglia, fiutando e fissando Ettore, che sedeva innanzi alla scrivania, colla testa appoggiata alle mani.



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