Il destino del papa russo (Italian Edition) by Mauro Mazza

Il destino del papa russo (Italian Edition) by Mauro Mazza

autore:Mauro Mazza [Mazza, Mauro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2016-03-30T22:00:00+00:00


Nove

(Città del Vaticano)

Era uno spettacolo impressionante, come un’opera d’arte che ogni giorno mutava dimensioni e colori. Osservata dalle finestre del palazzo apostolico, la lunga fila di fedeli somigliava a un’onda scura e lenta nel mare della notte che pian piano si rischiarava. Con la medesima emozione, tutte le mattine papa Metodio guardava la piazza, appena sveglio, quando ancora mancavano quasi due ore alla messa in basilica, nella cappella del Santissimo Sacramento. E, ogni volta, provava sensazioni nuove, perché quella fila si faceva sinuosa, un serpente che andava e tornava, curve sempre più strette che colmavano quasi tutto il semicerchio racchiuso dal colonnato berniniano, come un labirinto ordinato e fittissimo. Nelle rare giornate piovose, il quadro era variopinto e il corteo un po’ meno silenzioso, la pioggia ticchettava leggera sugli ombrelli aperti a migliaia, il vociare diventava un coro composto. Dominava, in tutti, una pazienza ammirevole. Il filtro della sicurezza era veloce ma rigoroso: più gente più controlli, un’equazione obbligata. E di gente ce n’era davvero tantissima, aumentava ogni giorno.

Il problema più serio era la grandezza della cappella. Non più di trecento fedeli riuscivano a varcare l’ingresso. Tutti gli altri, la maggior parte, restavano in basilica e partecipavano alla messa grazie a uno schermo collocato di fianco alla cappella. Pur di conquistare la posizione, alcuni arrivavano a ridosso della piazza all’una di notte, quando le transenne impedivano l’accesso. L’organizzazione era scattata fin dai primi giorni, spontaneamente, con bigliettini e numeri, uno ciascuno, e un passaparola che, allo scoccare delle cinque, avvisava i presenti: «Siamo già trecento, d’ora in poi posti in basilica!». Nella cappella del Santissimo Sacramento – il papa aveva dato precise disposizioni – soltanto la prima fila di banchi era riservata a ecclesiastici e suore; tutti gli altri spazi erano per i fedeli.

Un successo senza precedenti, indubbiamente. Era un afflusso che dava la misura quotidiana dell’affetto crescente che il nuovo papa aveva saputo conquistare, con la semplicità del suo approccio, con la sacralità di ogni suo gesto. A cogliere a pieno il fascino della sua figura erano i primi arrivati, i più mattinieri, che riuscivano a varcare la soglia della cappella. Metodio celebrava in modo particolare: liturgia in latino, letture e breve omelia in italiano. La catechesi quotidiana non sembrava seguire un percorso preciso. A volte erano gli eventi del mondo a suscitare una riflessione, più spesso la pagina del Vangelo del giorno imponeva un pensiero e un consiglio di vita.

«Dobbiamo fidarci di Dio», disse una volta, «ma dobbiamo farlo davvero. Invece cosa facciamo? Ripetiamo: “Sia fatta la Tua volontà!”. Ma dentro di noi intendiamo: “Sia fatta la mia volontà!”. Dobbiamo fidarci di Dio e affidarci a Lui. Perché se la nostra aspirazione è quella di essere felici, possiamo realizzarla. Se chiediamo e se accettiamo la Sua volontà, il Signore può farci felici subito, in questa vita, su questa terra».

Un altro giorno parlò della crisi, che non risparmiava la Chiesa: «C’è una diffusa inquietudine, che spinge alla fuga dalle responsabilità, dalla fede, dalla vita. Si cercano altrove realizzazione e felicità, come se volessimo sfidare la vita che ci è stato assegnato di vivere.



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