Il figlio maledetto by Honoré de Balzac

Il figlio maledetto by Honoré de Balzac

autore:Honoré de Balzac [de Balzac, Honoré]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-19T09:35:19+00:00


COME MORÌ IL FIGLIO

Nel 1617, venti e più anni dopo l’orribile notte durante la quale Etienne fu messo al mondo, il duca d’Hérouville, che aveva allora settantasei anni, vecchio, distrutto, quasi morto, era seduto al calar del sole in un’immensa poltrona davanti alla finestra a ogiva della sua camera da letto, nel posto dal quale, un tempo, la contessa aveva così vanamente implorato l’aiuto degli uomini e del cielo, con i suoni del corno perduti nell’aere. Lo si sarebbe detto un autentico rudere di tomba. Il viso energico, che l’età e la sofferenza avevano spogliato del suo aspetto sinistro, era di un colore livido in confronto ai lunghi cernecchi di capelli bianchi che ricadevano intorno alla testa calva, il cui cranio giallo sembrava friabile. La guerra e il fanatismo brillavano ancora in quegli occhi gialli, benché temperati da un sentimento religioso. La devozione diffondeva un pallore monastico sul viso un tempo così duro e ora segnato da colori che ne addolcivano l’espressione. I riflessi del tramonto colorivano di un tenue chiarore rosso la testa ancora vigorosa. Il corpo indebolito, avvolto in abiti scuri, contribuiva a suggerire con l’atteggiamento pesante, con l’assenza di ogni movimento l’esistenza monotona, il corpo terribile di quell’uomo, un tempo così intraprendente, così astioso, così attivo.

«Basta,» disse al suo cappellano.

Il venerabile vegliardo leggeva il Vangelo stando in piedi davanti al suo padrone in atteggiamento rispettoso. Il duca, simile a quei vecchi leoni da zoo che giungono a una decrepitudine ancora piena di maestà, si voltò verso un altro uomo con i capelli bianchi e gli tese un braccio scarnito, coperto di peli radi, ancora nervoso, ma privo di vigore.

«A voi, rebouteur! vedete un po’ come sto oggi.»

«Va tutto bene, monsignore, e la febbre è cessata. Vivrete ancora per lunghi anni.»

«Vorrei vedere qui Maximilien,» riprese il duca lasciandosi sfuggire un sospiro di soddisfazione. «Il mio bravo figliolo! Adesso comanda una compagnia di archibugieri presso il re. Il maresciallo d’Ancre ha avuto cura del mio ragazzo, e la nostra graziosa regina Maria pensa a imparentarlo convenientemente, adesso che è stato creato duca di Nivron. Il mio nome sarà dunque degnamente continuato. Il giovanotto ha compiuto prodigi di valore all’attacco…»

In quel momento giunse Bertrand con una lettera in mano.

«Che cos’è questo?» disse vivamente il vecchio signore.

«Un dispaccio portato da un corriere che vi manda il re,» rispose lo scudiero.

«Il re e non la regina madre!» esclamò il duca. «Che cosa sta succedendo? Gli ugonotti riprenderebbero forse le armi, per la testa di Dio piena di reliquie!» riprese il duca drizzandosi e lanciando uno sguardo lampeggiante sui tre vegliardi. «Armerei ancora i miei soldati e, con Maximilien al mio fianco, la Normandia…»

«Sedetevi, mio buon signore,» disse il rebouteur inquieto nel vedere il duca che si lanciava in una bravata pericolosa per un convalescente.

«Leggete, mastro Corbineau,» disse il vegliardo tendendo il dispaccio al confessore.

I quattro personaggi costituivano un quadro pieno di insegnamenti per la vita umana. Lo scudiero, il prete e il medico, incanutiti dagli anni, tutti e tre in piedi davanti



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.