L'amante fedele by Massimo Bontempelli

L'amante fedele by Massimo Bontempelli

autore:Massimo Bontempelli [Bontempelli, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Classics, amba for wwtt
pubblicato: 2023-07-21T00:00:00+00:00


IL SEGRETO

Canuto sta pensando che cinquant’anni è una vita, e abbondante. Una vita ch’egli ha cominciata con un atto di viltà.

Fino ai venticinque anni non conta, è una età sbadata, che poi si butta via, e allora si comincia sul serio. Canuto l’ha buttata via con un atto vile, che lo ha spinto lontano dal suo paese; e sono cominciati cinquant’anni di vita seria: lavoro, arricchire, rovinarsi, lavoro, risollevarsi; e questo tre quattro volte, non sa più quante. Ora ha settantacinque anni, e torna in patria. Per mezzo secolo era riuscito a non ripensare mai il passato; ora lo ripensa tutto, dal giorno che era partito, a venticinque anni, quando stava per sposare Ilaria, che ne aveva ventidue ed era bellissima. Ma la vigilia delle nozze Canuto era stato colto da una vertigine di paura, aveva tutt’a un tratto capito di non essere più innamorato, aveva sentito scoppiare entro sé torbidamente tutte le ambizioni che l’amore aveva per qualche tempo soffocate; le nozze imminenti gli apparvero come un abisso davanti a lui pronto: voltò le spalle all’abisso.

La mattina della vigilia preparò in fretta e occultamente la partenza come si prepara una fuga. Ma non volle che fosse fuga. Aveva mandato le valige a un paese vicino; prima di raggiungerlo, mosse verso la casa di Ilaria per dirle con franchezza la propria risoluzione. Pensò anche: “Forse Ilaria mi ucciderà. Ma non è probabile. Vedremo’”.

Giunto presso la casa di lei - un poco fuori del paese in un gruppo di abitazioni verso monte - il luogo era deserto e pieno di sole. Vide quella finestra, sentì il cuore gonfiarsi. Per rimettersi, si ritirò in un anfratto del muro, sedé sopra una pietra. Udì rumore dall’alto del muro di faccia. La finestra di Ilaria si apriva. (Un tronco gli permetteva di vedere non visto.) Ilaria apparve lassù. Le braccia nude mandavano raggi, lei batté le mani come un bambino; poi rivolgendosi a qualcuno che doveva trovarsi alla finestra di contro, Ilaria gridò: «Domani mi sposo, domani mattina, sono troppo felice». Poi si mise a cantare.

Allora a Canuto mancò il coraggio. Appena Ilaria si fu ritirata, Canuto fuggì, raggiunse il paese vicino, di là mandò a lei una lettera d’addio e a precipizio di treno in treno senza lasciare traccia di sé, arrivò a un porto, s’imbarcò, fu in America, e vi rimase per cinquant’anni.

Per qualche tempo non aveva più saputo nulla di lei.

Due anni più tardi un suo compaesano, arrivato anch’egli oltremare a cercar fortuna, gli disse che Ilaria era stata qualche tempo in pericolo di vita, poi entrata in una pazzia dolce, ch’era creder sempre d’essere alla vigilia delle nozze.

Questa demenza l’aveva salvata. Più tardi i pochi parenti che Canuto aveva lasciati in paese, uno dopo l’altro morirono. Poi erano passati altri anni, o decenni.

All’età di settantacinque anni ecco Canuto torna al paese. Pensa che Ilaria ha ora settantadue anni. Forse è morta.

La stazione del paese era nuova, nuovo l’albergo in cui Canuto discese (e nessuno riconobbe il suo nome) nuove le



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