Alla ricerca del tempo perduto. 1. La strada di Swann by Marcel Proust

Alla ricerca del tempo perduto. 1. La strada di Swann by Marcel Proust

autore:Marcel Proust
La lingua: it
Format: mobi, epub
editore: iPBook
pubblicato: 2012-03-21T23:00:00+00:00


Che mistero è codesto?

Non ci capisco nulla;

oppure:

Vision fuggitiva...;

o anche:

In tali cose, meglio non vedere.

Qualche mese dopo, se il nonno domandava al nuovo amico di Swann: - E Swann, lo vedete sempre molto? - l’interlocutore faceva il viso lungo: - Non pronunciate mai davanti a me il suo nome! - Ma vi credevo tanto uniti! - Era stato così per qualche mese l’amico di casa di certi cugini della nonna, dai quali pranzava quasi ogni giorno. All'improvviso, scomparve, senza una parola. Lo credettero malato, e la cugina della nonna stava per mandare a chiedere sue notizie, quando nella dispensa trovò una lettera di lui, dimenticata per inavvertenza nel libro di conti della cuoca. In essa egli annunciava a costei che lasciava Parigi e non sarebbe più potuto venire. Era la sua amante, e, nel momento di troncare la loro relazione, non aveva stimato utile avvertire che lei sola.

Quando la sua amante del momento era invece una donna di mondo o almeno tale che un’origine troppo umile o uno stato troppo irregolare non gl’impedissero di farla ricevere nella buona società, allora vi tornava per lei, ma soltanto nell’orbita particolare in cui ella si muoveva o in cui l’aveva tratta. - Inutile contare su Swann stasera, - si diceva, - è la sera d’Opéra della sua Americana -. La faceva invitare nei salotti più chiusi, dov’egli aveva le sue abitudini, i suoi pranzi ebdomadari, il suo poker; tutte le sere, dopo che una lieve arricciatura prestata ai suoi capelli rossi a spazzola aveva temperato di un po’ di dolcezza la vivacità dei suoi occhi verdi, egli si sceglieva un fiore per l’occhiello e andava a ritrovare la sua amante a pranzo dall’una o dall’altra delle donne della sua consorteria; e allora, pensando all’ammirazione e all’amicizia che la gente alla moda per cui egli faceva la pioggia e il bel tempo e che andava a ritrovare là, gli avrebbero prodigate davanti alla donna che amava, egli ritrovava un fascino a quella vita mondana divenutagli indifferente, ma la cui materia, penetrata e colorata dall’ardore d’una fiamma che vi s’era insinuata e vi scherzava, gli appariva bella e preziosa da quando vi aveva incorporato un nuovo amore.

Ma, mentre ciascuno di quei legami, o ciascuno di quei flirt, era stata l’attuazione più o meno assoluta d’un sogno nato dalla vista d’un volto o di un corpo che spontaneamente, senza sforzo alcuno, a Swann eran parsi attraenti, quando invece un giorno, a teatro, fu presentato a Odette de Crécy da uno dei suoi amici d’una volta, che gli aveva parlato di lei come di una donna incantevole con la quale egli sarebbe forse potuto arrivare a qualcosa, ma fingendola più difficile di quanto non fosse in realtà per sembrare lui stesso più cortese nel fargliela conoscere, ella era apparsa a Swann non senza bellezza certo, ma di un tipo di bellezza che gli era indifferente, che non gl’ispirava nessun desiderio, gli dava anzi una specie di repulsione fisica, di quelle donne come tutti han le proprie, diverse per ognuno, e che sono l’opposto del tipo invocato dai nostri sensi.



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