La Città Degli Incubi by Dashiell Hammett

autore:Dashiell Hammett [Hammett, Dashiell]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective
ISBN: 9788882462604
editore: Guanda
pubblicato: 2001-03-14T23:00:00+00:00

8

Né io né Bob quella notte andammo a casa e ci fermammo a dormire nell'appartamento di Laguna Street.

L'indomani Bob andò al negozio all'angolo a comprare il necessario per la colazione e tornò con il giornale del mattino.

Io preparai la colazione mentre lui divideva la propria attenzione tra i titoli e la porta di Ledwich.

«Ehi!» esclamò a un tratto. «Guarda un po' qui.» Io uscii dalla cucina con un piatto di bacon in mano.

«Che c'è?»

«Ascolta. Il mistero dell'omicidio del parco.» E cominciò a leggere. «Questa mattina è stato rinvenuto il corpo di un uomo non identificato nei pressi di un vialetto del Golden Gate Park. Secondo la versione fornita dalla polizia, aveva le vertebre cervicali spezzate, e a giudicare dall'assenza di lividi e dalle condizioni tutto sommato buone degli abiti e del terreno su cui il cadavere è stato rinvenuto, non si reputa che il decesso sia stato dovuto a una caduta o all'investimento da parte di un'automobile. L'ipotesi più attendibile pertanto è che l'uomo sia stato prima ucciso e poi portato in auto fino al parco, dove è stato abbandonato...»

«Boyd!» esclamai.

«Ci puoi scommettere!» replicò Bob.

All'obitorio, poco più tardi, trovammo conferma alle nostre ipotesi. Il cadavere era effettivamente quello di John Boyd.

«Doveva essere già morto, quando Ledwich lo ha portato fuori» disse Bob.

Io annuii.

«Lo era eccome! Era un ometto e non è stato di certo un problema per Ledwich trascinarlo fino alla macchina dall'ingresso di casa, facendo finta di sorreggerlo, come si fa con qualcuno che ha alzato un po' troppo il gomito. Andiamo alla centrale e vediamo che cosa ha scoperto la polizia, ammesso che abbiano qualcosa in mano.» Alla centrale ci gettammo su O'Gar, il sergente a capo della squadra Omicidi, un buon diavolo con cui era sempre un piacere lavorare.

«Il morto trovato giù al parco» chiesi. «Che cosa si sa di lui?» O'Gar spinse all'indietro il suo cappellaccio nero con le tese spioventi da conestabile del villaggio che sembrava uscito da un vaudeville, si grattò il testone e mi guardò da sotto in su come se pensasse che avessi chissà che asso nella manica.

«Non si sa un cavolo di niente a parte che è morto!» disse infine.

«Quanto ti piacerebbe sapere con chi è stato visto l'ultima volta?»

«Di sicuro non mi ostacolerebbe, al fine di scoprire chi l'ha fatto fuori.»

«Dimmi un po', quanto ti piace il suono delle mie parole?» proseguii. «Si chiamava John Boyd e viveva in un albergo a un isolato da qui. L'ultima persona con cui ha passato del tempo è in qualche modo connessa alla prima moglie di Estep. Sai chi intendo dire, il dottor Estep, la cui seconda moglie voialtri state cercando di incriminare per omicidio. Ti pare interessante?»

«Eccome se mi pare!» disse lui. «Dopo di che?»

«Un tal Ledwich, il tizio che per ultimo ha visto Boyd, si sta trasformando in un affare complicato da risolvere. É meglio cercare di inchiodare la donna, cioè la prima signora Estep. C'è la possibilità che Boyd fosse amico suo e in quel caso, nel momento in cui

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