Recami Francesco - 2007 - Il correttore di bozze by Recami Francesco

Recami Francesco - 2007 - Il correttore di bozze by Recami Francesco

autore:Recami Francesco [Recami Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838922312
editore: Sellerio
pubblicato: 2012-02-26T23:00:00+00:00


avevo realizzato tagliando a metà un tubo di plastica. Dalla grondaia finiva direttamente nell'olio in cui friggevo mia madre, e il sangue nell'olio si rapprendeva, si fondeva, questo mentre io lo inculavo, questo mentre io lo inculavo. Chi altri ci devo mettere dentro, una bambina piccola che si tocca il clitoride, un animale domestico vivisezionato (un cucciolo, un coniglietto), il fante di picche, l'ectoplasma di san Pietro Martire con una scure conficcata nella testa? Non tutti hanno fantasia, ma tutti si sanno immaginare queste cose. E allora la differenza dove sta?

Ma, c'era un ma. Per quanto il correttore potesse immaginare delle schifezze, che aveva leccato il vomito di suo padre mentre lo inculava e il sangue finiva nella padella piena di olio e sangue, o chissà cosa, fra rigo e rigo c'era sempre una enorme, rassicurante pulizia. Guardatela, pensava il correttore, guardate la pagina con le zozzerie, una di quelle cose che si notano sfogliando il volume, di primo acchito. Vedeva questa pagina come uno scatto fotografico, tutta insieme.

Potrei scrivere qualsiasi schifezza - pensava. Potrei dirvi che ho ucciso io le professioniste del marketing e che le ho fatte a pezzettini - tutto quello spezzatino -messe nel congelatore, e che le mangio un po' alla volta. Ma che senso ha una storia del genere? E che ci vuole a inventarla? Allora, visto che ci siamo, diciamo che nel congelatore ci ho messo anche mia madre, e che il modo in cui l'ho fatta fuori è raccapricciante, l'ho fritta da viva in padella, una enorme pentolona da caserma con dentro olio e acqua che schiocchettava, oppure l'ho cucinata come si cucina il polpo affogato. O ancora? Qualche suggerimento? Magari mentre la friggevo costringevo mio padre a guardare: e io lo sodomizzavo, proprio in quel momento che la mamma moriva fritta. Ma che ci vuole a spararle grosse? Ve ne vengono in mente senz'altro più a voi che a me. Avevo dodici anni quando ho creato un dispositivo grazie al quale il sangue che colava da mio padre (gli avevo tagliato le arterie, ma non moltissimo) si raccoglieva in una grondaia che avevo realizzato tagliando a metà un tubo di plastica. Dalla grondaia finiva direttamente nell'olio in cui friggevo mia madre, e il sangue nell'olio si rapprendeva, si fondeva, questo mentre io lo inculavo, questo mentre io lo inculavo. Chi altri ci devo mettere dentro, una bambina piccola che si tocca il clitoride, un animale domestico vivisezionato (un cucciolo, un coniglietto), il fante di picche, l'ectoplasma di san Pietro Martire con una scure conficcata nella testa? E se qualcuno si fosse letto anche questa paginetta copiata, incollata e ripetuta in corpo minore, difficile a credersi, ma si meriterebbe un premio, per esempio quello di sapere che Lucilla sarà condannata.

Non tutti hanno fantasia, ma tutti si sanno immaginare queste cose. E allora la differenza dove sta?

Non era una pagina perfetta? Non era carina?

Cosa c'era di più inoffensivo di una cosa così pulita? I margini erano rettilinei, la distribuzione delle masse di nero e di bianco era regolare, come in una parabola del Vangelo.



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