Il Fiore delle perle by Emilio Salgari

Il Fiore delle perle by Emilio Salgari

autore:Emilio Salgari
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Letteratura italiana
pubblicato: 2016-07-09T00:00:00+00:00


LA MORTE DI PANDARAS

Passarono due minuti d'angosciosa attesa.

Quel grido strano non si era più ripetuto ed il silenzio più profondo regnava ora nella grande foresta. Perfino i calaos dal becco enorme, le colombe coronate, i fagiani ed i pappagalluzzi, quegli eterni chiacchieroni, erano ammutoliti come se fossero stati, al pari degli uomini, spaventati da quell'improvviso segnale od allarme che fosse.

Hong, Than-Kiù ed i loro compagni, immobili dietro all'immenso tronco dell'albero della canfora, colle dita sui grilletti delle carabine, spiavano attentamente i dintorni, scrutando le macchie e cercando fra le immense foglie dei banani, dei betel e dei sagù.

– Orsù, – disse Hong, – non possiamo rimanere qui, immobili come tronchi. Qualunque cosa debba succedere, cerchiamo l'autore di quel grido che a me è sembrato un segnale.

– E fatto da chi? – domandò Than-Kiù.

– Io non lo so; guardo in tutte le direzioni, e non vedo uomini, né animali.

– Che qualche selvaggio abbia voluto spaventarci?...

– È possibile, e per questo vorrei andarmene, prima che giungano altri suoi compagni.

– Sta' in guardia, Hong. In quest'isola non s'ignora l'uso della cerbottana e del velenoso succo dell'upas. Una freccia si fa presto a mandarla a destinazione, specialmente in mezzo a tante piante che possono nascondere il nemico – disse il malese. – Apriremo bene gli occhi.

– Gli orecchi soprattutto. Al primo sibilo che udite, gettatevi tutti a terra.

– Seguiremo il tuo consiglio, Pram-Li, ma andiamo innanzi.

– Se battessimo prima i dintorni? – disse Sheu-Kin. – Suppongo che l'autore di quel segnale non si sarà nascosto sottoterra.

– Forse tu hai ragione – rispose Hong. – Prima di esporre Than-Kiù al pericolo di ricevere qualche freccia mortale, sarà meglio frugare le macchie. Io visiterò quei macchioni di destra; voi quelli che abbiamo a sinistra e tu, fanciulla, non abbandonare questo tronco protettore.

– E vuoi che io rimanga inoperosa?... – disse Than-Kiù.

– Ci guarderai le spalle.

I tre uomini si erano appena allontanati d'alcuni passi, quando Than-Kiù, nel voltarsi, vide una testa umana apparire cautamente fra le grandi foglie d'un banano selvatico, lontano appena una trentina di passi, e quindi la lucente canna d'un lungo fucile che s'alzava per prenderla di mira.

Fu tale lo stupore che la colse nel vedere e nel riconoscere l'uomo che stava per farle fuoco addosso, che non pensò né a fuggire, né ad alzare la propria arma. Un solo grido le sfuggì, ma un grido di terrore:

– Pandaras!... – aveva esclamato con voce soffocata.

Hong, che si trovava a pochi passi, l'aveva udita. Con un balzo straordinario, che avrebbe fatto invidia ad una tigre, si era prontamente slanciato dinanzi all'albero, facendo scudo alla giovanetta.

– Ah!... Cane!... – urlò, imbracciando la carabina.

Il capo dei pirati, poiché era proprio lui, lo prevenne.

Si udì una detonazione ed il prode cinese cadde sulle ginocchia, lasciandosi sfuggire l'arma.

Sheu-Kin e Pram-Li, ritornati prontamente, avevano appena avuto il tempo di vedere Pandaras fuggire e Hong cadere.

Assetati di vendetta non pensarono al ferito a cui già Than-Kiù prodigava le prime cure e si slanciarono dietro all'assassino, il quale s'apriva impetuosamente il passo fra i rami e le liane, cercando di porsi in salvo.



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