Il gesuita comunista. Vita estrema di Alighiero Tondi, spia in Vaticano by Matteo Manfredini

Il gesuita comunista. Vita estrema di Alighiero Tondi, spia in Vaticano by Matteo Manfredini

autore:Matteo Manfredini [Manfredini, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biografie
ISBN: 9788849862539
Google: Cw7bzQEACAAJ
editore: Rubbettino
pubblicato: 2020-10-14T22:00:00+00:00


Capitolo III

Il prete

“Comunista comunista non lo deve essere mai stato”

«Doveva essere rimasto molto colpito per quello che aveva visto in Germania. A volte scoppiava a piangere proprio lì su quel divano dove è seduto lei. All’improvviso... e andava avanti per diversi minuti. “Se sapessi quanto male ho fatto alla Chiesa” mi diceva in lacrime. Poi rimanevamo entrambi in silenzio. Francamente mi sembrava davvero una reazione eccessiva».

«Guardi, lo vedevo talmente disperato quando parlava dell’Est Europa, che era difficile credere fosse stato veramente comunista».

Don Gianferrari si ricorda bene i primi anni Ottanta, quando era il parroco della chiesa del Preziosissimo Sangue e celebrava messa assieme a don Tondi.

Dal salotto del suo appartamento, a Reggio Emilia, mi racconta decine di aneddoti (anche con un certo imbarazzo), quasi sorpreso di parlare di una vicenda così lontana e ormai dimenticata.

Continua don Gianferrari: «Incontrai Tondi per caso, durante le visite per le benedizioni pasquali. Abitava nella mia parrocchia, bussai alla porta, mi aprì e iniziammo a parlare. Poche settimane dopo cominciò a frequentare la canonica e parlavamo per ore. Discutevamo di religione e della sua vita con la Zanti. Era una persona molto sola, non lo andava mai a trovare nessuno se non Vanni Orlandini».

Don Gianferrari si fa scuro in volto, nel tentativo di eludere qualsiasi approfondimento sui contenuti delle loro conversazioni.

«Era molto critico nei confronti del Partito comunista. Diceva di non condividerne più le tesi. Mi confidava di essere molto dispiaciuto di avere abbandonato il Vaticano. Insomma aveva capito di avere sbagliato ecco!» e per tagliare corto conclude «Ad ogni modo credo che comunista comunista non lo fosse mai stato...»

Don Tondi, nei primi anni Ottanta, andava effettivamente quasi tutti i giorni a celebrare la messa assieme al parroco della chiesa del Preziosissimo Sangue di Reggio Emilia, accanto alla Statale 63 che dalla città conduce sull’Appenino emiliano.

Carmen era morta poco tempo prima e, dai giorni gloriosi dei suoi comizi che attiravano folle oceaniche di militanti comunisti, era passata un’epoca.

Molte cose erano cambiate dopo la sua adesione al marxismo.

Tondi aveva attraversato tra gli anni Sessanta e Settanta una profonda crisi spirituale, un momento difficile che lo aveva portato a un progressivo e inaspettato riavvicinamento alla religione cattolica.

Ma tutto era iniziato durante il soggiorno nella Repubblica Democratica Tedesca. È da lì che bisogna iniziare per portare alla luce il suo nuovo percorso, un cammino clamorosamente opposto a quello di dieci anni prima.

Come accennato nello scorso capitolo Alighiero Tondi si trasferì a Berlino Est nel 1957, assieme alla moglie, nominato professore della Università Humboldt (un ruolo di un certo prestigio tanto che la notizia fu ripresa anche da alcuni giornali nazionali). Tondi era all’epoca un personaggio molto popolare e nessuno avrebbe mai immaginato che questo fervente anticlericale, in poco tempo, potesse riavvicinarsi alla fede e ritrattare tutte le sue posizioni radicali.



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