Popolo vs Democrazia by Yascha Mounk

Popolo vs Democrazia by Yascha Mounk

autore:Yascha Mounk [Mounk, Yascha]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2018-04-25T22:00:00+00:00


Il dibattito sull’appropriazione culturale è un esempio significativo. Nel modo in cui la si intende oggi, questa idea considera inaccettabile il fatto che i membri del gruppo maggioritario adottino le pratiche culturali delle minoranze etniche e religiose. Negli Stati Uniti, per esempio, è ritenuto sbagliato che i bianchi portino i dreadlock, o anche solo che cucinino il sushi.24

È comprensibile che i membri dei gruppi che hanno subìto ingiustizie nel corso della storia e che sono tuttora vittime di discriminazione possano sentirsi a disagio quando persone esterne emulano certi aspetti della loro cultura. Per giunta, in alcuni casi specifici l’appropriazione culturale è, in effetti, moralmente riprovevole: e cioè quando i membri di un gruppo maggioritario non si ispirano alla cultura di un gruppo minoritario in quanto tale, ma ne usano selettivamente i simboli o le tradizioni per prendersene gioco e denigrarlo. Un pizzico di sensibilità culturale sarebbe di grande aiuto.

Ciononostante, i princìpi racchiusi nel completo rifiuto dell’appropriazione culturale si pongono in aperto conflitto con gli ideali di una democrazia davvero liberale ed eterogenea.

La prima accusa mossa all’appropriazione culturale è che sia un assurdo storico. Per esempio, visto che i dreadlock sono raffigurati addirittura nell’arte dell’antica Grecia e dell’antico Egitto, si potrebbe dire che anche gli afroamericani praticano una forma di appropriazione culturale quando sfoggiano questa acconciatura.25

La necessità di ricorrere all’assurdo storico mette in luce un problema più profondo. Come sanno bene gli storici, le culture sono sempre state molto flessibili. Di fatto, tradizionalmente i difensori delle società multietniche citano il crogiolo culturale di città eterogenee che vanno dalla Baghdad del Dodicesimo secolo alla Vienna del Diciannovesimo, fino alla New York del Ventunesimo, come uno dei tratti che le hanno rese così vivaci e prospere.26 Tuttavia, anziché rallegrarsi per il modo in cui culture differenti possono prendere ispirazione l’una dall’altra, gli oppositori dell’appropriazione culturale danno per scontato che le culture siano incontaminate; che appartengano per sempre a gruppi specifici; e che debbano esserci dei limiti rigorosi al loro grado di influenza reciproca. In altre parole, questa visione della cultura di particolari gruppi identitari è assimilabile alla posizione degli xenofobi di destra, sempre in guardia contro le influenze straniere sulla cultura nazionale.27

Per questo, la totale accettazione dei timori relativi all’appropriazione culturale nuocerebbe molto all’ideale di una società in cui i cittadini condividono esperienze che travalicano i confini razziali e culturali: o accettiamo l’influenza reciproca di culture diverse come un elemento indispensabile (e di fatto desiderabile) di qualsiasi società eterogenea, o la contrastiamo creando sfere separate per ogni cultura e gruppo etnico.



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