Il grande Grabski by Marco Rinaldi

Il grande Grabski by Marco Rinaldi

autore:Marco Rinaldi
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2017-10-29T16:00:00+00:00


Una volta congedata la signora Mariangela, Francesca trasse le sue conclusioni: «Questo cane è cretino, domani lo riporto al canile».

E così fu.

La grande madre

Il fallimento dell’esperienza cinofila gettò Francesca in uno stato di profonda inquietudine. Ovviamente, vista la netta preferenza espressa dal bassotto nei miei confronti, almeno a detta della signora Mariangela, se la prese con me, accusandomi di egoismo e disinteresse nei suoi confronti. Un paio di volte, infatti, mi aveva visto accarezzare furtivamente il povero cucciolo, cosa che, interrompendo il ciclo ripetizione-rimprovero-premio, aveva finito, disse, per compromettere il suo lavoro, al solo scopo di accattivarmi la simpatia del bassotto e allontanarlo da lei.

«Mi sei sempre contro, sei lontano anni luce da me e dai miei bisogni», disse.

«Non è vero, Francesca, lo sai che ti sono vicino».

«Certo, come no! Infatti sai tutto del mio percorso spirituale, no? Dimmi, per esempio, cosa sai, tu, del mio Corpo Astrale?».

«Il Corpo Astrale, Francesca?».

«Certo! L’aura, per esempio, il mio secondo guscio, non vedi che si scurisce quando mi avvicino a te? No, certo, non la vedi. E sai perché? Perché te ne freghi di me e del mio equilibrio emozionale ormai ridotto a brandelli! Ecco perché».

Improvvisamente Francesca mi fece segno di tacere, si concentrò, chiuse gli occhi, inspirò profondamente e prese a picchiettarsi con la punta delle dita il centro della testa, poi la ruga tra le sopracciglia, le tempie, gli zigomi, lo spazio tra il naso e la bocca e quello tra la bocca e il mento, ripetendo con voce cantilenante: «Anche se sono arrabbiata, molto arrabbiata, mi amo e mi accetto completamente e profondamente. Anche se sono arrabbiata, molto arrabbiata, mi amo e mi accetto completamente e profondamente...».

Turbato dal brusco cambiamento di Francesca, dalla ripetizione ossessiva di azioni e parole per me incomprensibili, provai ad avvicinarmi, ma lei mi fermò con un gesto della mano e un’increspatura delle labbra decisamente ostile; poi, sempre ad occhi chiusi, passò a picchiettarsi le clavicole, le ascelle e, con le dita di una mano le punte delle dita dell’altra, ripetendo più volte il suo mantra: «Anche se sono arrabbiata, molto arrabbiata, mi amo e mi accetto completamente e profondamente. Anche se sono arrabbiata, molto arrabbiata, mi amo e mi accetto completamente e profondamente...».

A quel punto non potei fare a meno di prendere le sue mani tra le mie.

«Francesca, basta, mi fai paura, che ti succede? Dimmi, ti prego», la supplicai.

«Niente da fare, lo sapevo, vicino a te non funziona neanche l’EFT, neanche l’EFT, capisci? Ma come fai, Maurizio, come fai a non accorgerti che sono una donna insoddisfatta?».

«Francesca», le dissi con lo sguardo basso, «se è per quella cosa...».

«Ma no, ma no, quella è acqua passata, per quello c’è lo yoga...».

«E allora dimmi cosa ti manca, amore».

«Lo vuoi proprio sapere, Maurizio?».

«Sì».

Francesca teneva gli occhi bassi, si tormentava le mani, ma nei suoi gesti non c’era imbarazzo, sembrava piuttosto che stesse caricando una molla che teneva nascosta da qualche parte. Poi lasciò andare la molla e fece partire il colpo che doveva avere in canna da parecchio tempo: «Un figlio», disse secca, fissandomi con atteggiamento di sfida.



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