Il grande Meaulnes by Alain-Fournier

Il grande Meaulnes by Alain-Fournier

autore:Alain-Fournier
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2022-12-08T00:00:00+00:00


X.

Il bucato

Troppo presto avevamo dato per scontato l’arrivo della primavera.

Lunedì pomeriggio, decidemmo di fare i compiti subito dopo le quattro, come in piena estate, e per aver più luce portammo due grandi tavoli in cortile. Ma subito il cielo si oscurò, una goccia di pioggia cadde su un quaderno, e rientrammo in fretta. E dalle ampie finestre della grande aula caduta nel buio contemplavamo in silenzio il subbuglio delle nuvole nel cielo grigio.

Allora Meaulnes, che guardava come noi, con la mano sulla maniglia della finestra, come adirato di sentir crescere dentro di sé un così grande rimpianto, non poté fare a meno di dire:

“Ah! Volavano ben diversamente le nuvole quando ero per strada nella vettura della Belle-Étoile.”

“Su che strada?” domandò Jasmin.

Ma Meaulnes non rispose.

“Io,” disse, per cambiar discorso, “avrei preferito viaggiare come ora, in carrozza, sotto la pioggia battente, riparato da un grande ombrello.”

“E leggere per tutto il viaggio come se fossi a casa,” soggiunse un altro.

“Non pioveva e non avevo voglia di leggere,” rispose Meaulnes, “pensavo solo a guardare il paesaggio.”

Ma quando a sua volta Giraudat chiese di che paesaggio si trattasse, Meaulnes tacque di nuovo. E Jasmin disse:

“Lo so… Sempre la famosa avventura!”

Aveva parlato in tono conciliante e solenne, come se anche lui fosse a conoscenza del segreto. Fu fatica sprecata, l’approccio non ebbe seguito; e giacché veniva sera, ognuno se ne andò di gran corsa, con la casacca a coprire la testa, sotto il freddo acquazzone.

Fino al giovedì successivo piovve. E quel giovedì fu ancor più triste del precedente. Tutta la campagna era immersa in una sorta di nebbia gelida come nei giorni peggiori dell’inverno.

Millie, ingannata dal bel sole della settimana prima, aveva fatto fare il bucato, ma non si poteva pensare di mettere ad asciugare la biancheria sulle siepi del giardino, e neppure su qualche corda tesa in soffitta, tanto l’aria era umida e fredda.

Discutendo con Monsieur Seurel, le venne l’idea, visto che era giovedì,6 di stendere la biancheria nelle aule, e di scaldare la stufa al massimo. Per risparmiare il fuoco della cucina e della sala da pranzo, avremmo cucinato il pasto sulla stufa e avremmo trascorso l’intera giornata nella grande aula del corso.

In un primo momento – ah, com’ero giovane! – considerai la novità come una festa.

Triste festa!… Tutto il calore della stufa era assorbito dal bucato e faceva un freddo cane. Nel cortile scendeva senza interruzione e mollemente una pioggerellina invernale. E tuttavia fu lì che dalle nove del mattino, divorato dalla noia, trovai il grande Meaulnes. Attraverso le inferriate del cancello grande, dove appoggiavamo in silenzio la testa, guardammo arrivare dalla parte alta del paese, alle Quatre-Routes, un corteo funebre che veniva dalla campagna. La bara, trasportata sopra un carro da buoi, veniva scaricata e deposta su una pietra tombale, ai piedi della grande croce dove il macellaio un tempo aveva scorto le sentinelle dello zingaro! Ma adesso dov’era il giovane capitano che con tanta sagacia aveva diretto l’abbordaggio?… Com’era d’uso, il curato e i cantori si misero davanti alla bara, e i tristi canti giungevano fino a noi.



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