Il grande salto by Vanni Oddera

Il grande salto by Vanni Oddera

autore:Vanni Oddera
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2017-09-13T07:53:19+00:00


Beer Room

Ovviamente avevamo terreno fertile per riuscire. Da una parte infatti un vero pub era proprio quel che mancava in zona. Dall’altra, avevamo gli spazi adatti. Non dovevamo quindi sbatterci per trovare ogni cosa. Eravamo privilegiati, in un certo senso. Era successo questo. Su strada, dove s’imbocca la via che sale alla «Pineta», il villaggio di case immaginato e costruito da mio padre, c’erano locali di nostra proprietà che erano stati in affitto per molti anni. Quando si erano liberati, mia madre aveva deciso di mettere in pratica l’idea che aveva tenuto in serbo per cambiar vita. Aprire un ristorante era sempre stato il suo sogno. Aveva lavorato per decenni col marito. Era venuta l’ora di far da sé. Così nel 1999 rilevò il ristorante La Pineta, e devo riconoscere che la determinazione e la capacità con cui si comportò insegnarono molto a tutti noi. Ci impressionò non solo la vocazione imprenditoriale, la voglia di scegliere, cambiare e realizzare le proprie aspirazioni. Più che altro fu il desiderio di non fare del suo ristorante un semplice locale come tanti, ma dare a esso l’impronta di verità, accoglienza, autenticità propria del carattere suo e della nostra famiglia in generale. Ancora oggi, se passate dalle nostre parti, a ora di pranzo soprattutto, troverete gente che viene perché mia madre è sempre pronta a dare un pasto caldo a chi se lo è meritato. C’è aria di famiglia, famiglia allargata, lì dentro. Sicuramente potreste incontrare Giovanni detto «Barbetta», l’uomo alto un metro e cinquantuno e mezzo, come dice lui. Un tipo che ne ha da raccontare sugli orologi con cui disseziona il tempo e che se apre la giacca sfodera le sue mille carte gratta e vinci come fossero pistole per far fuori il nemico entrato nel saloon.

Ma sto divagando. Il ristorante era ormai aperto da due anni quando, lì accanto, in un localino rimasto vuoto, con lo stesso spirito di nostra madre ma coniugato alla dimensione della nostra età, io e Luca aprimmo il Beer Room. Legno ovunque, gagliardetti, manifesti, luci basse. Facemmo tutto da soli. Il lavoro che mi aveva sfiancato fin da ragazzino nei cantieri di mio padre iniziava a dare i suoi frutti. Un palco per le band, un bancone, tavolacci per gli avventori. Negli anni il locale si è ampliato fino a contemplare tre locali e una veranda; abbiamo messo in comunicazione il bar con la cucina di mia madre e ora siamo a un punto di equilibrio che non sembra più trasformabile. Se chiedete in giro lo conoscono tutti. Hanno suonato band di ogni tipo, dai più sconosciuti, ragazzi che dovevano fare i primi passi sulla strada delle loro carriere, fino a gente come *** e ***. Ma il punto non è tanto il successo del locale, che pure è un bel riconoscimento del nostro lavoro e di tutta la passione che ci abbiamo messo dentro. Il punto è che in quell’anno malefico, il Beer Room fu per me una svolta. Sia perché dimostrai a me stesso che non ero un buono a nulla destinato a friggere pesce per conquistarmi briciole di libertà.



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