Il guardiano della collina dei ciliegi by Franco Faggiani

Il guardiano della collina dei ciliegi by Franco Faggiani

autore:Franco Faggiani [Faggiani, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2019-04-10T22:00:00+00:00


In quegli anni accaddero molte cose importanti. Il Giappone partecipò vittoriosamente alla prima guerra mondiale, nel 1918 mandò settantamila soldati in Siberia e nel 1921 il potere della sua Marina imperiale si rafforzò ulteriormente lungo le coste e tra gli arcipelaghi asiatici. Nel 1925 tutti gli uomini sopra i venticinque anni ebbero la possibilità di votare. Nel 1926 Hirohito, nipote del mio amato Mutsuhito, fu incoronato centoventiquattresimo imperatore. Vi furono anche eventi terribili: sempre nel 1921 il primo ministro Hara Takashi venne assassinato da un lavoratore della ferrovia e due anni dopo Tokyo fu devastata da un terremoto.

A Rausu l’energia elettrica ormai era ovunque, le persone tiravano tardi nei luoghi illuminati, si fermavano a parlare dove prima non gli era mai capitato di fare: nelle piccole piazze, sulle banchine del porto, davanti ai magazzini. Le barche da pesca erano diventate più grandi e snelle e anche il villaggio si era ammodernato, ingrandito, grazie alla presenza di persone che venivano a piccole ondate dal Nord e da isole che erano state sconquassate dai terremoti e dalle malattie. All’inizio i nuovi arrivati vennero tenuti un po’ alla larga, ma la necessità di altre braccia da lavoro costrinse i vecchi abitanti del villaggio a sciogliere le diffidenze.

A mettermi al corrente di quanto succedeva nel villaggio o altrove era il carradore, che nel frattempo era rimasto vedovo e sempre più spesso veniva a trovarmi per lenire la sua solitudine, per cercare nella foresta dei ciliegi le silenziose risposte alla smisurata complessità del vivere.

«Anche nel tuo caso», mi chiedeva ogni volta, quasi a cercare conforto nelle mie risposte, «la solitudine che all’inizio era un’ambizione si sta trasformando in patimento?».

«No, amico mio, perché la mia solitudine non è una costrizione ma una scelta».

«Ma le scelte, nel tempo, si possono rivelare infauste».

«Le scelte, più che le imposizioni, prevedono sempre dei compromessi, dei patti che poi vanno rispettati con onore. Io ho prestato fedeltà al signor Fukuta e mi occupo dei ciliegi, che sono piante sacre. Ultimamente, è vero, a volte mi sono trovato a invidiare le gru, alle quali basta prendere un po’ di rincorsa, aprire le ali al vento e andare altrove, lontano. Oppure i cervi, liberi di tracciare in qualsiasi momento nuovi itinerari per raggiungere, quando lo desiderano, nuovi pascoli. Ma non ho ali e cammino con due gambe sole; il mio mondo è quello che mi circonda, fatto di alberi, montagne, nuvole, stagioni che si alternano puntualmente. Il mondo non è quello che sogniamo ma quello che è. Non ci sono utopie».

«Due gambe sole, sì, ma che vanno veloci, a quanto vedo», diceva spesso il carradore, con aria quasi divertita.

«Un tempo forse, ora non più».

«Sei ancora giovane, Kahida-san. Non fare in modo che la tua collina diventi anche la tua prigione».

Il carradore aveva ragione. Così, all’inizio con fatica e indolenza, ripresi a correre. Tra i miei ciliegi prima, e poi sempre più distante, tra le vallate intorno. Con meno fervore di un tempo, anche perché le mie gambe e la capacità dei miei polmoni



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