Il mio appello al mondo by Tenzin Gyatso Dalai Lama Franz Alt

Il mio appello al mondo by Tenzin Gyatso Dalai Lama Franz Alt

autore:Tenzin Gyatso Dalai Lama, Franz Alt [Alt, Tenzin Gyatso Dalai Lama, Franz]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2015-10-27T23:00:00+00:00


LA STORIA DEL DALAI LAMA

UNA VITA ESEMPLARE

A partire dal 2011, il Dalai Lama è solo la guida spirituale dei tibetani: da allora ha infatti rinunciato a qualunque ruolo politico. Il suo ritiro dalla politica ha posto fine – volontariamente – a una tradizione vecchia di cinquecento anni. Quando mai si era vista, nella storia dell’umanità, un’abdicazione al potere così unilaterale?

Nelle nostre trenta interviste, il Dalai Lama non si è mai lamentato, anche se in Tibet la situazione era spesso drammatica. In effetti, è sempre allegro e pronto a farsi una bella risata. Nonostante le sofferenze e le ingiustizie che ha subito – politici e giornalisti cinesi gli danno del bugiardo e si scagliano contro il «fan club» del Dalai Lama – rimane ottimista e di buon umore. Quando gli ho domandato perché non perde mai la calma, neanche nelle situazioni più difficili, mi ha risposto: «Perché dovrei arrabbiarmi? Poi dovrei calmarmi di nuovo, e sarebbe troppo faticoso».

Una collega della radio svizzera mi ha detto di aver intervistato il Dalai Lama in India. Tornata a Zurigo, ha fatto sentire la registrazione ai colleghi. «Non possiamo trasmetterla», le hanno detto. «Ride in continuazione.» Allora hanno telefonato in India e hanno chiesto ai collaboratori del Dalai Lama quando sarebbe stato nuovamente in Europa – volevano intervistarlo un’altra volta, ma possibilmente senza risate. «Non c’è problema», ha risposto l’assistente. «Fra tre settimane cambierà aereo all’aeroporto di Francoforte. Potete intervistarlo là.»

Così la mia collega è andata a Francoforte e gli ha detto: «Per cortesia, Santità, niente risate!». Sua Santità non ha riso nemmeno una volta nel corso dell’intervista. Ma dopo, quando il registratore è stato spento, ha riso ininterrottamente per dieci minuti. «Mi scusi», ha detto alla giornalista. «Dovevo recuperare. Non posso proprio vivere senza ridere!»

Incuriosita, lei gli ha chiesto: «Perché ha bisogno di ridere? Di cosa ride?». E lui ha risposto: «Penso sempre a tutte le cose insensate che facciamo noi esseri umani su questa Terra. E mi viene spesso da ridere!».

Ci sono sei principi che il Dalai Lama considera fondamentali. Il primo è il più importante in assoluto, la nonviolenza. Sotto la sua guida, la nonviolenza è diventata un simbolo della lotta per la liberazione del Tibet. Di tanto in tanto, cita anche la frase di Gesù «ama il tuo nemico», tratta dal Discorso della Montagna. Secondo, e non meno essenziale per lui, è il principio della tolleranza. «Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni», afferma citando l’etica globale di Hans Küng.

Il terzo principio è accettare ogni religione nella sua unicità. Quarto: quando gli ho chiesto, nella nostra ultima intervista televisiva, cosa significa oggi la religione, il papa d’O­riente mi ha risposto: «Una persona religiosa è qualcuno che collabora alla conservazione della Terra». Si riferisce in particolare al problema, sempre più pressante, del fabbisogno idrico in tutta la regione dell’Himalaya. «È una questione di sopravvivenza per due miliardi di persone.»

Ammette con una risatina che a volte ha problemi con il quinto principio, quello della pazienza. Deve lavorarci sopra anche lui.



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