Il mio matrimonio pakistano by Azhar Abidi

Il mio matrimonio pakistano by Azhar Abidi

autore:Azhar Abidi [Abidi, Azhar]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton
pubblicato: 2021-11-28T23:00:00+00:00


CAPITOLO 11

Il venerdì della settimana successiva, dopo aver lavato i piatti del pranzo, Mumtaz si affrettò a uscire per incontrarsi con Omar. Bilqis era tornata a casa presto, dato che era venerdì e le lezioni finivano prima delle preghiere di mezzogiorno. Mumtaz le aveva servito il pranzo come al solito e aveva aspettato che si ritirasse al piano di sopra per il suo sonnellino. Quando fu certa che Bilqis si fosse addormentata, uscì di soppiatto dalla porta della cucina e percorse a piedi i cento metri di strada fino a Clifton Road.

Aveva pianificato quell’avventura al telefono con Omar, ma ora che si stava effettivamente realizzando, aveva paura. Il cuore le batteva forte nel petto. Le si erano rizzati i peli dietro il collo. Se qualcuno poteva vederla uscire furtivamente, era proprio su quel tratto di strada. Si aspettava da un momento all’altro che qualcuno – sua madre, uno dei suoi fratelli, suo padre, o persino la stessa Bilqis – le lanciasse un urlo per richiamarla indietro, per chiederle dove stesse andando e perché. Nonostante tutte quelle paure, si sentiva piena di coraggio. Com’era piacevole voltare le spalle al dovere. Com’era piacevole non rimanere in cucina agli ordini di qualcuno. La sua forza aumentava a ogni passo. Se qualcuno avesse notato la sua assenza, avrebbe potuto trovare diverse scuse. A Bilqis avrebbe potuto dire che sua madre l’aveva mandata a fare una commissione, mentre a Hameeda avrebbe detto che ce l’aveva mandata la sua padrona. Nessuna delle due avrebbe potuto scoprire la verità, a meno che non si fossero confrontate. E non avevano alcun motivo di farlo.

Quando si avvicinò alla fine della strada, Mumtaz cominciò a camminare più velocemente. Si guardò alle spalle e vide in lontananza il cancello della casa. La strada era deserta. Non appena girò l’angolo, si mise a correre. Ormai nessuno poteva più vederla. Le sue catene invisibili non erano riuscite a farla tornare indietro. Ora più niente era insormontabile. Guardò alla sua destra, dove Omar la stava aspettando sotto l’ombra di un albero. Le fece un cenno. Lei si coprì la testa con lo scialle e lo raggiunse. Gli occhi di lui erano concentrati sul traffico di passaggio. Senza scambiare una sola parola con lei, chiamò un risciò. Ci salirono sopra entrambi e il risciò partì.

Anche se il sedile posteriore era stretto, i due sedevano leggermente distanti. Così liberi e disinvolti al telefono, ora che si trovavano fisicamente vicini provavano entrambi un certo disagio. Omar la guardava con calore, ma non sapeva bene cosa dire. Mumtaz abbassava lo sguardo quando parlava. Dopo alcune osservazioni banali, lui rimase in silenzio. Anche Mumtaz sedeva muta e immobile, guardando fuori dal finestrino aperto. Dopo l’euforia della fuga, si era fatta prendere dall’ansia. Cercò di ragionare e di dirsi che stava soltanto andando al circo, ma naturalmente non si trattava di una semplice gita. Lei era una ragazza non sposata che usciva con un uomo che conosceva appena. Era una cosa sbagliata, e Mumtaz lo sapeva molto bene. Sentiva che stava deludendo i suoi familiari e stava tradendo la fiducia della sua padrona.



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