Il nostro attimo infinito by A. Meredith Walters

Il nostro attimo infinito by A. Meredith Walters

autore:A. Meredith Walters [Walters, A. Meredith]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: The Dark Series - vol. 1
ISBN: 978-88-541-8901-0
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2016-03-20T04:00:00+00:00


Capitolo quattordici

Fino alle vacanze del Ringraziamento, mi tenni in uno strano equilibrio. Continuai a trascorrere ogni momento libero con Clay, il che mi costrinse a mentire ripetutamente ai miei genitori in merito a quello che facevo e con chi. Da parte loro, continuarono a dimostrare molto chiaramente di non gradire Clay e nulla di quello che dicevo sembrava cambiare le cose.

Mi sentivo come se stessi vivendo la mia vita nella disapprovazione generale. Dei miei genitori, di Rachel e di Daniel. Lo capivo quando mi guardavano. Leggevo tra le righe dei loro discorsi. Potevano pure camuffarlo con la preoccupazione quanto volevano, ma questo non cambiava il fatto che volessero che mi togliessi dalla testa Clay e il nostro rapporto. Che tornassi a essere la persona che ero prima.

Be’, non sarebbe mai successo. Perché ormai ero diversa e non volevo più essere quella che ero prima di Clay. Banale. Annoiata dalla vita. Una che non aveva mai saputo cosa volesse dire amare una persona più di se stessi.

Non mi piaceva più quella ragazza. Era il mio passato.

E Clay, con tutti i suoi difetti, era il mio futuro. Che alla mia famiglia e ai miei amici piacesse o no.

Eppure non potevo negare l’evidenza. Da quando lo avevo sorpreso a tagliarsi, le braccia di Clay erano guarite. Quando mi stringeva cercavo di non toccare quelle cicatrici ruvide. Evitavo di ricordare quel terreno oscuro in cui mi ero trovata a fianco a lui.

Non ne abbiamo mai parlato. Neanche una volta. In alcuni momenti ero stata sul punto di chiedergli di quei tagli. Per cercare di scoprire il motivo che gli scatenava quel bisogno. Volevo comprendere quella parte oscura di lui. Perché se lo amavo, dovevo farlo in ogni parte. Ma mi comportai da vigliacca. Perché, al contrario, rifiutai di prestargli attenzione, preferendo infilare la testa sotto la sabbia come un maledetto struzzo.

Una sera, mentre aspettavo che mi chiamasse, decisi di cercare su internet informazioni sul disturbo bipolare e la personalità borderline. Non sapevo molto di malattie mentali, non avevo mai conosciuto nessuno, a parte Clay, che ne soffrisse.

Quando buttava lì parole come “cicli” o “mania”, non avevo idea di cosa parlasse. Per cui mi misi a sedere, intenzionata a risolvere almeno una parte del mistero che avvolgeva il mio ragazzo.

Pochi clic dopo, le parole iniziarono a galleggiarmi davanti agli occhi. “Sindrome maniaco-depressiva”. “Estrema euforia”. “Episodi ipomaniacali”.

Okay, ne avevo abbastanza della ricerca sul disturbo bipolare, quindi mi spostai sulla personalità borderline. Di male in peggio. Saltai da un’affermazione all’altra in cui si parlava di “forma di instabilità e intensità emotiva nelle relazioni interpersonali”, “sforzi disperati per evitare abbandoni”. “Rabbia ingiustificata”. “Tentativi di suicidio”.

Chiusi il browser. Non ce l’avrei fatta a leggere ancora. Ecco di nuovo la mentalità da struzzo. Meno sapevo, meglio era.

Da allora, evitai giudiziosamente di accennare ai tagli di Clay o alla sua salute mentale. Ma anche se non ne parlavo, non significava che non ci pensassi tutto il tempo. Comunque, lui voleva la normalità e io, maledizione, gliel’avrei data. E ciò comportava il mio rifiuto di dedicarmi a quel lato oscuro che minacciava di ingoiarci.



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