Il peso della rugiada by Ángela Hernández Núñez

Il peso della rugiada by Ángela Hernández Núñez

autore:Ángela Hernández Núñez [Núñez, Ángela Hernández]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Short Stories (Single Author)
ISBN: 9788872740590
Google: XLPEtAEACAAJ
editore: Del Vascello
pubblicato: 2017-02-15T11:34:36+00:00


Occhi fragili

Filomena non voleva andarsene, forse perché le mancavano i capelli. Non era come gli altri defunti, che incutono timore o svelano dove sono sotterrate monete d’oro. Vagava senza meta, soprattutto all’imbrunire, proprio come faceva quando era viva, senza offendere né stupire, infastidendo unicamente con la sua semplice esistenza. Le sorelle cercavano di scoprire il luogo in cui la madre aveva nascosto la chioma che le aveva tagliato, in segno di disaccordo con Dio, quando Filomena era già nella bara, ma la madre era troppo vecchia, non ricordava di avere seppellito i capelli né che la figlia fosse morta, né si rammentava di quanto aveva sentenziato con accanimento, mentre lottava con le forbici a cavalcioni del cadavere: “Non se ne andrà intera”. Bisognava capirla: in quel momento era proprio distrutta.

Filomena era nata del colore di un limone maturo. La madre aveva promesso a Gesù che non le avrebbe mai tagliato i capelli, purché le donasse un aspetto differente. Verso i quattordici anni acquisì un colorito roseo, ma ormai si sapeva che il problema della ragazzina non era solo la carnagione. Non assomigliava a niente e a nessuno. Il padre viveva nel dubbio che non fosse sangue del suo sangue. A dire il vero, però, la ragazzina sembrava avere ereditato da lui l’unica caratteristica della famiglia: la lentezza, la pigrizia, la resistenza agli spostamenti. Ma il padre non era d’accordo nemmeno in questo: diceva che lui non era lento per indole, bensì come conseguenza del diabete, dell’aumento di peso e della vecchiaia. Inoltre, quando era nata Filomena era troppo anziano: aveva dieci anni più della moglie.

Come se volesse rifiutare l’età dei genitori, lei sembrava non avere età. Quando morì, doveva avere una trentina di anni, ed era ancora come da ragazzina: sorridente e amabile con le persone, di cui conosceva i nomi.

Tuttavia, non bisognava farsi ingannare da quell’aspetto innocente e pacifico. Al minimo problema, distruggeva tutto quanto si trovava davanti: stoviglie, sedie, vestiti. Una volta, aveva dato un calcio a una lampada, facendo prendere fuoco ai materassi, alle lenzuola e alle zanzariere. Domate le fiamme, rimasero solo le intelaiature fumanti dei letti, resti di spalliere e i vetri che ricoprivano le immaginette dei santi. Per punizione, la legarono e non la liberarono fino a quando non ebbero riparato i danni.

Nessuno era in grado di seguirla e capirla. Di tanto in tanto si mostrava diligente: andava a prendere l’acqua, puliva il riso e lavava i piatti. Non le permettevano di cucinare, per evitare che si avvicinasse al fuoco. Era risaputo che attirava la sua curiosità. Alla minima distrazione, prendeva un tizzone e passava un bel po’ di tempo a togliergli con le dita le pellicole di cenere: chiunque avrebbe pensato che volesse leccarlo con la lingua. A volte diventava invece una terribile fannullona e risultava un’impresa persino convincerla a lavarsi. Era così prima che compisse vent’anni.

Nessuna delle sorelle viveva più in casa. La maggiore abitava vicino; ogni giorno veniva ad aiutare i genitori. Tuttavia, più la sua famiglia diventava numerosa, più diminuivano



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