Il ragazzo cattivo ovvero Delitto, castigo e redenzione di Robert Coombes by Kate Summerscale

Il ragazzo cattivo ovvero Delitto, castigo e redenzione di Robert Coombes by Kate Summerscale

autore:Kate Summerscale [Summerscale, Kate]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Social History, History, Biography & Autobiography, General, Popular Culture
ISBN: 9788806230074
editore: Einaudi
pubblicato: 2017-03-14T23:00:00+00:00


Parte quarta

Il paradiso degli assassini

Capitolo tredicesimo. Coloro che non sanno quello che fanno.

Lunedì 23 settembre, sei giorni dopo la sua incarcerazione, Robert Coombes e due secondini della prigione di Holloway raggiunsero in treno un paesino del Berkshire sessantacinque chilometri a sud-ovest di Londra. Robert indossava i suoi pantaloni da cricket, la giacchetta da tennis bordata d'oro e un paio di manette che lo tenevano incatenato a uno dei secondini.

Era una giornata rovente, ma il ragazzo era «molto freddo e composto», riferì l'«Hampshire Telegraph»: «Ha retto gli sguardi dei passeggeri che viaggiavano con lui con un sorriso indifferente».

Alla stazione Robert e i secondini erano attesi da una vettura che li condusse su per la collina, lungo una strada fitta d'alberi fino al manicomio di Broadmoor, un gruppo di alti edifici rossi ricchi di torrette circondati da un muro alto cinque metri.

Il cancello del manicomio era racchiuso in un arco fiancheggiato da due torri e sormontato da un orologio nero e oro. Il cancello fu aperto da un guardiano e la vettura entrò nel cortile.

A Robert furono tolte le manette; fu condotto all'interno dell'edificio e ufficialmente ammesso nel manicomio.

Nel registro annotarono come sua professione «operaio in un cantiere navale» e come crimine commesso «matricidio con coltellata». Fu accompagnato a un bagno dove un sorvegliante lo tenne d'occhio mentre si lavava e un altro gli portò via giacchetta e pantaloni per sostituirli con una lunga camicia da notte di cotone indiano. I suoi oggetti personali furono inventariati e archiviati. Gli fu assegnato un letto in uno dei reparti d'accettazione nell'edificio centrale, dove sarebbe rimasto fino a quando non avessero accertato la sua condizione mentale. Era considerato a rischio suicidio e quindi doveva essere tenuto sotto stretta sorveglianza.

Durante quella prima settimana a Broadmoor il sole brillò dall'alba al tramonto in un cielo sgombro di nuvole e con temperature che arrivarono spesso ai venticinque gradi: il settembre più caldo mai registrato. Il reparto era rivolto a sud, e alcune porte a vetri permettevano di ammirare la campagna che si stendeva di fronte al manicomio: un paesaggio collinoso fatto di pascoli, poggi e boschetti e percorso da cinture ombrose di pini e abeti. Tra i prati e le aiuole davanti al reparto si allungava un vialetto di ghiaia riparato da due file di tigli; al di sotto del viale il terreno si faceva leggermente scosceso aprendosi in terrazzamenti fitti di vegetazione che arrivavano fino ai piedi di un crinale.

Il muro che delimitava la parte sud della proprietà correva oltre queste terrazze.

Un ragazzo di città come Robert di certo non aveva mai visto uno scenario più idilliaco. In quell'ambientazione pastorale i detenuti di Broadmoor tornavano a una specie di innocenza: venivano privati di libertà e responsabilità e resi impotenti e spensierati come bambini. A Broadmoor raramente venivano loro ricordati i crimini commessi.

Entravano in un'esistenza sospesa, con pochissimi riferimenti al passato od al futuro, uno strano corollario della condizione dissociata e onirica che spesso si accompagna alla psicosi.

Quel manicomio era al tempo stesso prigione e rifugio, fortezza e castello incantato.



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