Il razzismo spiegato a mia figlia by Tahar Ben Jelloun

Il razzismo spiegato a mia figlia by Tahar Ben Jelloun

autore:Tahar Ben Jelloun [Jelloun, Tahar Ben]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Società e scienze sociali, Studi culturali e sociali
ISBN: 9788845264771
editore: Bompiani
pubblicato: 1998-01-01T23:00:00+00:00


Agli algerini hanno preso tutto la patria con il suo nome la lingua con le sentenze divine di saggezza che regolano il cammino dell'uomo dalla culla fino alla tomba la terra con le messi le sorgenti con i giardini il pane dalla bocca e il pane dell'anima. Hanno gettato fuori gli algerini da ogni patria umana li hanno resi orfani li hanno fatti prigionieri di un presente senza memoria e senza futuro.

Il colonialismo è questo. Invadono un paese, ne spogliano gli abitanti, mettono in prigione coloro che non accettano l'invasione, si portano via gli uomini validi per farli lavorare nel paese colonizzatore.»

«È per questo che ci sono tanti algerini in Francia?»

«Prima dell'indipendenza l'Algeria era considerata come un dipartimento francese. Il passaporto algerino non esisteva. Gli algerini erano considerati sudditi della Francia. I cristiani erano francesi a tutti gli effetti. Gli ebrei lo diventarono a partire dal 1870, quanto ai musulmani erano considerati "indigeni". Questo termine, che significa "originario di un paese occupato dal colonizzatore", è una delle espressioni del razzismo dell'epoca. Fu così che con il termine "indigeni" venivano classificati gli abitanti in basso nella scala sociale. Indigeno cioè inferiore.

Quando l'esercito francese e le industrie avevano bisogno di uomini, andavano a cercarli in Algeria. Non gli chiedevano il loro parere. Non avevano diritto di avere un passaporto. Veniva loro assegnato un permesso per spostarsi nel paese. Gli davano degli ordini. Se rifiutavano di obbedire, venivano arrestati e puniti. Sono stati i primi immigrati.»

«Allora, prima, gli immigrati erano francesi?»

«Soltanto a partire dal 1958, quelli che venivano dall'Algeria erano considerati come francesi. Ma non così quelli che si facevano venire dal Marocco, dalla Tunisia, eccetera. Altri invece venivano per conto loro, come i portoghesi, gli spagnoli, gli italiani, i polacchi...»

«La Francia è come l'America!»

«Non proprio. Tutti gli americani, eccetto gli indiani che sono stati i primi abitanti di quel continente, sono antichi immigrati. Gli indiani sono stati massacrati dagli spagnoli, poi dagli americani bianchi. Quando Cristoforo Colombo scoprì il nuovo mondo, incontrò gli indiani. Fu molto stupito di constatare che si trattava di esseri umani, come gli europei. Perché, nel XV secolo, ci si domandava "se gli indiani avessero un'anima". Li si immaginava più vicini agli animali che agli uomini. L'America è oggi composta da numerose etnie, molti gruppi di popolazioni diverse venuti da tutte le parti del mondo, mentre la Francia è diventata terra di immigrazione soltanto verso la fine del XIX secolo.»

«Ma, prima dell'arrivo degli immigrati, c'era del razzismo in Francia?»

«Il razzismo esiste ovunque vivano gli uomini. Non c'è nessun paese che possa pretendere che non ci sia razzismo in casa sua. Il razzismo è nell'uomo. È meglio saperlo e imparare a respingerlo, a rifiutarlo. Bisogna controllare la propria natura e dirsi: "Se ho paura dello straniero, anche lui avrà paura di me". Si è sempre lo straniero di qualcuno. Imparare a vivere insieme, è questo il modo di lottare contro il razzismo.»

«Ma babbo, io non voglio imparare a vivere con Céline, che è cattiva, ladra e bugiarda...»

«Tu esageri. è troppo per una ragazzina della tua età!»

«Lei è cattiva con Abdou.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.