Il senso della vita by Irvin Yalom

Il senso della vita by Irvin Yalom

autore:Irvin Yalom
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2016-07-17T22:00:00+00:00


1. In inglese widow’s walk, passeggiata della vedova (N.d.T.).

Lezione 6.

Non chiedere mai per chi suona la campana

Un giorno, durante il quarto anno della terapia, Irene arrivò con un’ampia cartelletta. La depose sul pavimento, lentamente ne sciolse i lacci ed estrasse una grande tela, tenendola in modo che potessi vederne soltanto il retro.

«Le ho detto che stavo prendendo lezioni di pittura?» mi chiese in modo insolitamente scherzoso.

«No. Lo sento per la prima volta. Ma penso sia una gran cosa».

E lo pensavo davvero. Non me la presi perché aveva menzionato la cosa en passant; un terapeuta è abituato al fatto che i pazienti dimentichino di menzionare gli aspetti positivi della loro vita. Forse si tratta semplicemente di un equivoco, di un presupposto errato da parte loro, convinti come sono che, siccome la terapia riguarda gli aspetti patologici, i terapeuti vogliano sentir parlare solo di problemi. Altri pazienti, tuttavia, che dipendono maggiormente dalla terapia, scelgono di occultare gli sviluppi positivi per evitare che il terapeuta giunga alla conclusione che non hanno più bisogno di aiuto.

A quel punto, respirando profondamente, Irene girò la tela. Mi ritrovai di fronte una luminosa natura morta, una semplice ciotola di legno con dentro un limone, un’arancia e un avocado. Pur colpito dalle sue capacità grafiche, mi sentii deluso dal soggetto, così piatto e privo di significato. Avrei sperato in qualcosa di più rilevante per il nostro lavoro. Simulai comunque interesse e fui abbastanza convincente nella mia lode.

Ma non quanto avevo pensato, come sarei venuto a sapere di lì a poco. La seduta successiva Irene annunciò: «Ho deciso di iscrivermi ad altri sei mesi di lezioni di pittura».

«È magnifico. Stesso insegnante?»

«Sì, stesso insegnante, stessa classe».

«Intende dire una classe che si dedica alle nature morte?»

«Lei spera di no, secondo me. È ovvio che c’è qualcosa che non sta condividendo».

«Per esempio?» Cominciai a sentirmi a disagio. «Qual è la sua impressione?»

«Vedo che ho colto nel segno». Irene sorrise. «Lei non cade quasi mai nella tradizionale pratica degli strizzacervelli di rispondere a una domanda con una domanda».

«Non perde mai un colpo, Irene. Okay, la verità è che ho avuto due sentimenti molto diversi riguardo al quadro». Qui invocai una pratica che insegno sempre ai miei studenti: quando due sentimenti contrapposti vi pongono di fronte a un dilemma, la vostra risorsa migliore consiste nell’esprimere entrambi i sentimenti e il dilemma. «Primo, come ho detto, l’ho apprezzato molto. Sono del tutto privo di talento artistico e pieno di rispetto per i lavori di qualità». Esitai, e Irene venne in mio aiuto:

«Ma…»

«Ma… be’, ehm… sono talmente contento che lei provi piacere nella pittura che temo di sembrare anche solo minimamente critico, ma suppongo di aver sperato che potesse fare qualcosa con la sua arte che avesse – come dire? – maggiore risonanza per la nostra terapia».

«Risonanza?»

«Una cosa che mi piace del nostro lavoro insieme è che lei invariabilmente risponde in modo sostanziale ogniqualvolta le chiedo cosa le stia passando per la mente. A volte è un pensiero, ma più spesso lei descrive un’immagine mentale. Dato



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