Il tempo dell'Ulivo by Andrea Colasio
autore:Andrea, Colasio [Colasio, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Fuori collana
ISBN: 9788815350602
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00
3. La costituzione della coalizione dellâUlivo
Nel corso del mese di febbraio del 1996, con lâapprossimarsi della data delle elezioni, previste per il 21 aprile e di tutto ciò che queste implicavano in termini di predisposizione tecnica e politica per la campagna elettorale si aprì una vera e propria partita a scacchi tra Prodi e il suo gruppo e il Pds. Il nodo era costituito dalle modalità con cui si sarebbe proceduto a definire lâidentità nonché i diritti e gli obblighi della futura coalizione dellâUlivo. Sul tappeto restavano diverse questioni: lâuso e la titolarità del simbolo dellâUlivo, i criteri di definizione delle liste e le modalità di selezione dei candidati, il reperimento delle risorse.
Verso la fine di febbraio venne predisposta dal gruppo prodiano una prima bozza di accordo, dove si rimarcava che Prodi, nella sua qualità di legale rappresentante dellâassociazione «LâUlivo-I Democratici», autorizzava «la coalizione politica LâUlivo ad usare il simbolo dellâassociazione» che, si è visto, era stato depositato il 7 dicembre 1995[58]. Nella bozza veniva precisato che lâutilizzo del simbolo era autorizzato esclusivamente per le elezioni di aprile 1996. Veniva chiarito esplicitamente che «ogni ulteriore successivo utilizzo da parte della coalizione politica LâUlivo» sarebbe stato «subordinato alla esplicita autorizzazione da parte del legale rappresentante dellâassociazione LâUlivo-I Democratici». Le norme prevedevano in sintesi uno scenario dove Prodi e lâassociazione si sarebbero venuti a configurare come dominus mentre i partiti della coalizione avrebbero ricoperto un ruolo sì importante, ma ancillare. In questo modo lâUlivo, come soggetto politico, si sarebbe decisamente rafforzato: avrebbe potuto autonomizzarsi e assumere un domani una sua specifica identità politica rispetto agli stessi partiti che facevano parte della coalizione. In definitiva una soluzione che contrastava radicalmente con lâidea di sovranità politica di cui i partiti si sentivano interpreti e che trovò un argine immediato da parte del Pds. Verso le 8 di sera del 23 febbraio dagli uffici centrali del Pds veniva infatti inviato un fax alla sede dellâUlivo a Bologna, che smontava pezzo per pezzo la bozza di Prodi[59]. Nel fax, inviato dalla tesoreria del Pds, si precisava perentoriamente che andava tolto il riferimento allâart. 8 dellâassociazione dove si affermava che la titolarità del simbolo era nella piena ed esclusiva disponibilità di Prodi. Veniva egualmente riformulato radicalmente lâarticolo 6, che prevedeva le modalità per il futuro riutilizzo del simbolo. Tale autorizzazione non avrebbe più dovuto restare nellâesclusiva disponibilità di Prodi, ma divenire prerogativa della coalizione. La modalità che veniva individuata faceva tesoro di quanto la coalizione dei «Progressisti» aveva definito nellâaccordo siglato il 10 febbraio del 1994 in merito al possibile riutilizzo di nome e simbolo. Veniva infatti letteralmente riportato lâarticolo 5 del precedente accordo, che era stato siglato dal notaio Domenico Sciumbata e sottoscritto dai rappresentanti dei numerosi partiti che avevano costituto la vecchia coalizione[60]. Lâarticolo 6 della nuova bozza di accordo della coalizione dellâUlivo veniva pertanto riformulato a partire dai contenuti della lettera del Pds e prevedeva che, in eventuali future competizioni elettorali, le parti avrebbero dovuto decidere «collegialmente» lâutilizzo della «denominazione» Ulivo, nonché del simbolo.
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