Inciucio by Marco Travaglio & Peter Gomez

Inciucio by Marco Travaglio & Peter Gomez

autore:Marco Travaglio & Peter Gomez [Travaglio, Marco & Gomez, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Il pacifista guerrafondaio.

L'ultima campagna elettorale al volante del Tg5 è quella, lunghissima, per le europee e le regionali della primavera 2004.

Nemmeno stavolta il Cavaliere ha di che lamentarsi. Alla vigilia del voto, vengono liberati in Irak i bodyguard italiani Stefio, Agliana e Cupertino. E lui approfitta dell'occasione per imperversare in perfetta solitudine a ogni ora del pomeriggio e della

sera su tutti i canali. Secondo i calcoli di Sebastiano Messina su «Repubblica», le reti Rai e Mediaset sono rimaste in ostaggio del premier solitario per un'ora, 3 minuti e 2 secondi sulle otto dedicate al ritorno dei prigionieri. Nelle altre sette il presidente del Consiglio ha ceduto il passo ad altri uomini fiducia: Frattini, Martino, Gasparri e Ferrara. Il record spetta al Tg5 e a Studio Aperto, che hanno riservato al premier il 100% degli spazi politici a disposizione.

Sulla guerra in Irak, Chicco parte pacifista e arriva guerrafondaio. Il 15 febbraio 2003, alla vigilia dell'attacco angloamericano, grande manifestazione per la pace a Roma. Dalla terrazza dell'ufficio di Mentana in Viale Aventino garrisce un mega-striscione iridato con scritto «No alla guerra». I manifestanti,

sfilando sotto le sue finestre, scandiscono: «Mentana, vieni con noi!». Lui si affaccia, sorride e saluta. Poi però - ricorda un redattore - «riceve una telefonata». E, per misteriosi motivi, fa ritirare lo striscione.

Un mese dopo, alla vigilia dell'attacco, Mentana dichiara: Se ci sarà una situazione di pericolo, mi prenderò la responsabilità di richiamare l'inviato. A me non piacciono gli eroismi

inutili. Se ci sarà una situazione di guerra chiederò a Capuozzo di spostarsi dal territorio irakeno.

Piccolo particolare: in quel momento Capuozzo non è a Baghdad, e nemmeno in Irak, non essendo riuscito a ottenere il visto. È ad Amman. Il Tg5 si appoggia su Gabriella Simoni di Studio Aperto. Capuozzo arriverà a Baghdad solo il 12 aprile, preceduto però da Mimosa Martini. Ma Mentana, fra i due, preferisce Toni, fedelissimo di Giuliano Ferrara, apertamente schierato a favore dell'invasione dell'Irak. Sarà lui a seguire la guerra. La Martini sparisce. Poco dopo se ne andrà a lavorare con Costanzo.

Ora la linea del Tg5 è smaccatamente bellicista. Mentana è

l'unico direttore di tg a mostrare (nella rubrica Terrai) le immagini raccapriccianti di un ostaggio occidentale decapitato dai terroristi iracheni, in perfetta sintonia con Ferrara e Feltri, che sbattono in prima pagina sul «Foglio» e su «Libero» le teste mozzate sgocciolanti di sangue. Sull'«Unità» Furio Colombo osserva che è proprio ciò che vogliono i terroristi: massima visibilità per seminare il panico. Replica Mentana con rara pacatezza:

Le parole di Furio Colombo meritano la stessa silenziosa commiserazione che va dedicata a tutte le sue altre strampalate

uscite [...]. Non è comprensibile né giustificabile la sua criminalizzazione di chi ha opinioni diverse dalle sue. O la si pensa

come Colombo, o si è servi di Al Qaeda. Come dire: o con un terrorista o con un arteriosclerotico.

Nel luglio 2004 il mensile «Prima Comunicazione» annuncia in copertina che Mentana ha i giorni contati. L'interessato smentisce: «Dalla poltrona di direttore del Tg5 non mi schiodate

neanche a colpi di giavellotto. Sono dieci anni che a intervalli regolari tornano queste voci».



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