Innamorata di un angelo by Federica Bosco

Innamorata di un angelo by Federica Bosco

autore:Federica Bosco [Bosco, Federica]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2011-12-22T23:00:00+00:00


CAPITOLO DODICI

«Stai tranquilla mamma, appena arrivo ti chiamo!», le gridai dal finestrino posteriore salutandola con la mano.

Per una volta avrei preferito rimanere a casa a fare le pulizie.

Ero di umore nero, tanto per cambiare: non volevo andare a Bath ed ero sempre più convinta che accettare l’invito fosse stata una pessima idea, ma Nina era così felice e io mi sentivo davvero in colpa per non averle raccontato niente delle telefonate con Patrick.

L’amicizia, come l’amore, evidentemente prevedeva un gran numero di compromessi.

Carl guidava in silenzio, come se aspettasse solo una mia mossa per poter dire qualcosa di sgradevole.

Nina invece non smetteva più di parlare e ridere.

Era la personificazione della gioia, un’insopportabile esplosione di entusiasmo e positività.

Se non fosse stata la mia migliore amica l’avrei buttata giù dalla macchina.

Anch’io avrei voluto davvero sapere cosa si provava a vivere in quello stato di grazia tipico di un amore ricambiato, mentre, come al solito, ero solo la testimone di qualcosa che sembrava non dovermi accadere mai e tutta quell’agitazione mi innervosiva.

Alex cercava di mettermi a mio agio offrendomi dei biscotti, ma era come voler rabbonire un pitbull.

Saremmo stati chiusi in macchina per almeno tre ore, mentre avrei solo voluto mettermi l’iPod nelle orecchie e dormire.

«Allora Mia», disse Carl, «che hai deciso di fare da grande?» «Tu che mi consigli?» «Be’, se non diventi un’étoile puoi sempre ballare ai compleanni a sorpresa, hai presente? Saltare fuori dalla torta e cantare tanti auguri».

«Sì, bella idea, lo terrò presente», risposi lottando contro la voglia di strangolarlo.

«Oppure potresti fare il mimo in piazza, magari travestita da statua a Covent Garden, si guadagna bene e saresti vicina alla Royal Opera House, oppure l’incantatrice di serpenti, saresti perfetta…», insistette creando un palpabile imbarazzo. «…Oppure…».

«Oppure potresti chiudere il becco e lasciarla stare!», intervenne Alex.

«Ma lei sa che scherzo, vero Mia? Mica te la prendi no?», rispose per niente arreso e con tutta l’intenzione di continuare a seccarmi per altri trecento chilometri.

«No che non me la prendo Carl, se mai avrò bisogno di un serpente da incantare saprò dove trovarti!».

Non volevo ferire i sentimenti di Nina, ma non potevo permettergli di provocarmi gratuitamente o non saremmo arrivati vivi a domenica sera.

Nina accese la radio per smorzare la tensione e si voltò a guardarmi per un attimo, offrendomi un sorriso imbarazzato e supplichevole al quale risposi con una strizzata d’occhio in segno di tregua.

Mi voltai a guardare fuori, decisa a ignorarlo fino a destinazione.

Anch’io non vedo l’ora di tornare, aveva detto Patrick.

Quella frase mi stava ossessionando e ogni volta che la rievocavo, il cuore mi sussultava nel petto e cominciavo a sentirmi stranamente euforica.

L’avrei usata come scudo per difendermi dalle battute odiose di Carl e sarei sopravvissuta al tranquillo week end di paura.

Nina gli tenne la mano sulla gamba per tutto il viaggio e ogni tanto appoggiava la testa sulla sua spalla.

Sapevo che Alex avrebbe voluto fare lo stesso, ma era consapevole dei rischi che correva, per cui si limitò a spiegarmi le equazioni sul suo portatile.

Arrivammo a Bath nel tardo pomeriggio e Nina insistette per visitare il mercatino di Natale in centro.



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