Intellettuali e potere in URSS 1917-1956 by Antonio Moscato

Intellettuali e potere in URSS 1917-1956 by Antonio Moscato

autore:Antonio Moscato
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Unione sovietica, Intellettuali
ISBN: 88-7048-123-9
editore: Milella
pubblicato: 2017-07-25T04:00:00+00:00


La malafede dei compilatori di questa tabella emerge dal fatto che trovano il modo di segnalare che il tè rappresenta lo 0,8% e il sale la settecentesima parte delle spese della popolazione sovietica per alimentari! Così, solo per approssimazioni induttive si può arrivare a comprendere che la vodka assicura almeno un quarto delle entrate dello Stato sovietico. Cifre assolute sulla produzione, poi, sono inesistenti.

Un altro caso è emerso recentemente, quando sulla stampa occidentale è stata segnalata la riduzione della « speranza di vita » dei cittadini sovietici, in base a una contrazione della natalità e a un innalzamento della mortalità, in entrambi i casi come conseguenza dell'alcoolismo diffuso sempre più, anche tra i giovani. La risposta è stata data con una serie di articoli e di interviste, che spiegano che la sanità sovietica è la migliore del mondo, tanto è vero che giungono pazienti dall’Occidente per farsi curare e operare (verissimo, ma che c’entra?) e che la mortalità infantile va calando, tanto è vero che « nella maggior parte del territorio del paese non supera 20 bambini sui 1.000 neonati » (in Lettonia è pari a 13,8, in Lituania a 15,0, in Bielorussia a 15,8)29. Benissimo ma, ancora una volta, a che serve fornire dati sulla « maggior parte del territorio del paese », esemplificati poi con le tre repubbliche più occidentali, nelle quali notoriamente il livello di vita è molto più alto che nel resto del paese? E nelle repubbliche asiatiche non comprese nella parte in cui la mortalità infantile « non supera il 20%0 », di quanto si supera questa percentuale? Di un 5%0 o di un 50%0? Quest’uso mistificato delle cifre (o meglio delle percentuali, perché di cifre non si parla quasi mai) non è limitato a questo argomento « tabu ». Krasikov documenta lo stesso fenomeno per altri settori: ad esempio, quello dei crimini comuni, che sarebbero da anni in permanente diminuzione, con ritmi tali che non dovrebbero più esistere da lungo tempo. A volte ci si consola con percentuali così parziali, che si smascherano subito come una specie di gioco delle tre carte: « Se nel 1967 i furti di beni privati dei cittadini, i peculati e il teppismo costituivano oltre il 62 per cento di tutti i delitti, nel 1972 la loro quota è sensibilmente calata e costituisce il 43,3 per cento » 30.

« Quadro promettente! » osserva Krasikov, aggiungendo ovviamente che questi dati hanno una piccola contropartita:

« Se nell’anno ics i furti, i peculati e gli atti di teppismo costituivano il 62 per cento di tutti i reati, e poi sono calati fino al 43,3 per cento, questo significa che tutti gli altri reati, che prima costituivano 100 meno 62, cioè il 38 per cento, sono ora saliti a 100 meno 43,3, cioè al 56,7 per cento. [...] Non è bello che un autore consideri i propri lettori dei deficienti incapaci di effettuare una sottrazione elementare. Proprio in questo sta la scomodità di raffigurare la verità con nude percentuali : il tentativo di



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