Io, lei, Manhattan by Adam Gopnik

autore:Adam Gopnik [Gopnik, Adam]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2019-05-02T22:00:00+00:00

A posteriori, il nostro incontro fu il grande punto di svolta della mia vita «in città». Può sembrare che un mentore risolva i nostri problemi; ancor di più, però, può sembrare che li faccia svanire, facendoli cessare di essere tali. Il mentore-mago – e Dick fu il mio – è il tipo che ti riempie di fiducia nel fatto che tutte le cose in apparenza terrificanti in realtà non esistono. Il mentore-maestro – ne ebbi uno nel mio professore Kirk Varnedoe – ci svela la sua materia, e poi noi stessi. Il mentore-mago ci svela il suo mondo, e poi le nostre possibilità. Fa sembrare le contraddizioni del mondo come connessioni nascoste a occhi inferiori. Naturalmente, i mentori possono insegnarci solo quello che noi vogliamo credere, e fintanto che siamo disposti a crederci. Falstaff svelò che era possibile essere al tempo stesso arguto e stordito, un ubriacone e un uomo dal buon eloquio con la lingua tagliente – perché il principe Hal desiderava essere entrambi. Poi smaltiamo la sbornia. Guarda prima di saltare, ci insegna il mentore-maestro. Il mentore-mago dice: «Salta, poi guarda e – l’avresti mai detto! – eccoti dall’altra parte». Questo funziona perché la maggior parte delle paure è nella nostra mente, senza contare che, nella vita, la maggior parte dei salti è semplice. Finché arriva il giorno in cui te ne capita uno non facile, e devi affrontarlo da solo.

Alla fine, naturalmente, quel giorno arrivò anche per me e Dick. Doveva arrivare. Condividemmo il suo ultimo viaggio, a San Francisco, per fotografare delle persone impegnate nella campagna presidenziale del 2004. Anche se lui era in prima classe e io in seconda, lui venne a sedersi sul bordo del mio sedile – mentre le hostess ci svolazzavano intorno preoccupate come piccioni in una piccionaia – e mi mostrava le tavole della sua nuova doppia pagina. Anche se ormai aveva i capelli bianchi, era chino su di me con lo stesso slancio entusiastico che aveva mostrato vent’anni prima. Neanche per un momento l’avevo guardato con disillusione; anche se col passare del tempo avevo acquisito una percezione più acuta dell’origine dell’illusione. Quando si è amici di un mago, non è che il mago diventi meno impressionante perché sappiamo come funzionano i suoi trucchi. Il mazzo di carte tanto temuto dal padre di Sky Masterson è ancora più interessante quando sai com’è che salta fuori il fante.

Così avevo capito che la capacità di Dick di essere affascinante era inseparabile dal suo bisogno di dominare e controllare – proprio come, naturalmente, la mia capacità di essere affascinato era inseparabile dal mio bisogno di avere storie da raccontare, persone che abitassero nella mia vita e che potessero diventare personaggi della mia scrittura. Anche all’apice della nostra amicizia, quando lui mi chiese di scrivere un saggio per il catalogo della sua mostra, quello che feci fu di «caratterizzarlo»: lo ritrassi come era, una presenza originale e straordinaria, mentre camminava lungo la Quinta Avenue insieme a un amico senza nome – che ero io – pieno di piani, strategie e progetti.

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