Islamismo (Italian Edition) by Paolo Branca

Islamismo (Italian Edition) by Paolo Branca

autore:Paolo Branca [Branca, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788870759600
Amazon: B06Y1VGX2N
editore: Editrice Bibliografica
pubblicato: 2017-04-04T00:00:00+00:00


Oltre l’ISIS

Se l’autoproclamatosi Stato Islamico o sedicente Califfato di al-Baghdadi è problematico quanto alla sua genesi, ai suoi confini e alla sua stessa definizione di ‘stato’, altri paesi ben più individuabili si autodefiniscono Stati islamici: dall’Arabia Saudita, il cui re gode dell’appellativo di “custode delle due città sante” di Mecca e Medina, all’Iran che è Repubblica Islamica dal 1979, al Pakistan nato dalla partizione dell’India post-coloniale proprio come nazione dei puri (pak) che desideravano distinguersi e separarsi dal resto dei territori prevalentemente indù. La lista potrebbe continuare e variare anche a seconda delle epoche, passando da regimi più laicizzanti ad altri che hanno intensificato il proprio grado di islamicità attraverso l’applicazione stretta della shari’a soprattutto con punizioni tipiche quali condanne a morte per apostasia, lapidazione per adulterio, taglio della mano per furto, frustate per alcolismo ecc. Non di rado le minoranze non musulmane ne hanno pagato pesanti conseguenze (si pensi alle accuse di blasfemia rivolte a cristiani in Pakistan). Non a caso l’islamismo o radicalismo musulmano è stato definito spesso anche ‘Islam politico’, a significare l’impatto nel settore istituzionale e giuridico che ne è uno degli obiettivi primari. Persino in posti remoti o esotici, come ad esempio le Maldive, si è proposto di non riconoscere la cittadinanza ai nativi che non siano musulmani, mentre altrove qualcuno ha tentato di impedire l’uso del termine Allah per esprimere il concetto di Dio a seguaci di altre fedi, fingendo di ignorare che non si tratta di un nome proprio, ma dell’esatto corrispondente di ‘Iddio’ (articolo accorpato al termine ‘divinità), da sempre utilizzato anche dagli arabofoni non musulmani e attestato analogamente in molte altre lingue.

Affrontare il problema degli ‘islamismi’ di stato anche solo in sincronia richiederebbe un libro a parte. Un accenno andava comunque fatto, non soltanto perché dietro a varie sigle che abbiamo incontrato c’è sicuramente l’appoggio di determinati stati o governi, ma anche per segnalare un’apparente paradosso: pur lasciandosi talvolta sostenere se non guidare da questo o quel paese, gli islamisti non riconoscono in nessuna nazione a maggioranza musulmana un luogo che si possa definire stato islamico. Se da un lato ciò permette loro di mantenersi estranei alle imperfezioni altrui e di raccogliere consensi da chiunque non sia soddisfatto di come vanno le cose, dall’altro vi è implicito il riconoscimento che l’attuazione del loro progetto risulta piuttosto utopica e resta problematico capire come più di un miliardo e mezzo di musulmani al mondo possano essere autenticamente tali pur non avendo fra le loro priorità, neppure secondarie, quella di islamizzare le entità politico-amministrative in cui vivono. Anzi, per molti di loro l’applicazione rigida di determinate norme sciaraitiche entrerebbe in contrasto con usi e costumi locali, ormai assunti pacificamente da secoli specie dalle grandi masse di credenti musulmani dell’Africa o dell’Estremo Oriente.

Un caso tuttavia merita qualche considerazione per la sua peculiarità e per la vicinanza del Paese in questione: la Turchia. Nata come Repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano all’indomani della I Guerra Mondiale, essa ha col tempo diluito le draconiane norme che il



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