Kualid che non riusciva a sognare by Vauro Senesi

Kualid che non riusciva a sognare by Vauro Senesi

autore:Vauro Senesi [Senesi, Vauro]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858501177
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


«Ti piacciono gli aquiloni?» gli chiese Babrak. «Quando io avevo supergiù la tua età, ero molto bravo a costruirli, con gli altri ragazzi facevamo anche delle battaglie di aquiloni. Ma a me piaceva soprattutto vederli volare.» Kualid si ricordò di quando anche Said ne aveva, di nascosto, costruito uno, con un pezzo di telo di plastica bianco fissato su due rametti sottili incrociati tra loro. Proprio mentre glielo stava mostrando, al riparo della carcassa di un vecchio blindato, era giunto il padre di lui e li aveva sorpresi. Si era molto arrabbiato. «Sei matto?!» aveva detto a Said. «Non lo sai che gli aquiloni sono proibiti, vuoi farci passare un guaio?» Con un gesto brusco aveva strappato l’aquilone dalle mani del ragazzo, spezzato i rametti e ridotto a brandelli il telo di plastica; poi aveva gettato tutto dentro lo squarcio che si apriva al posto della torretta del vecchio blindato. “E questo fu l’unico volo che l’aquilone di Said fece mai” pensò Kualid. Così rispose laconico alla domanda di Babrak: «Non so se mi piacciono, io non li ho mai visti volare». Detto questo, restituì al calligrafo il cartoncino blu con l’aquilone di fili di paglia.

Una volta che ebbe riposto tutti i disegni nella scatola, e che, dopo averla di nuovo avvolta nel panno, ebbe restituito la scatola al suo nascondiglio, il calligrafo tornò a interpellare Kualid: «Sei contento del segreto che ti ho dato in cambio del tuo?».

Il ragazzo rispose con quel sorriso che Babrak aveva tentato di strappargli per tutto il giorno.

«Be’,» continuò l’uomo «allora devi sapere che questo segreto ne contiene un altro, da tenere ancora più celato. Tutti quei disegni li ho fatti io.»

Kualid sgranò gli occhi. Frastornato da quelle immagini che gli erano passate tra le mani, non aveva trovato il modo di chiedersi da dove provenissero. «Lo sapevo che eri magico» bisbigliò, così piano che il calligrafo percepì solo un sussurro indistinto.

«Cos’hai detto ragazzo?» Ma Kualid era già schizzato fuori dalla bottega a bruciare nella corsa le emozioni di quella giornata.



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