La Bambina Che Raccontava I Film by Hernan Rivera Letelier

La Bambina Che Raccontava I Film by Hernan Rivera Letelier

autore:Hernan Rivera Letelier [Letelier, Hernan Rivera]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788852018640
Google: etxxFmh76WEC
Amazon: B005SZ7RQC
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2011-05-09T22:00:00+00:00


23

Dopo quegli spettacoli gli applausi continuavano a risuonarmi nelle orecchie per tutta la notte, al punto che non riuscivo a prendere sonno. Durante quelle veglie pensavo a mia madre e, sotto le coperte, piangevo in silenzio. Quando lei ci abbandonò, mentre mio fratello prese a balbettare, io mi riempii di pidocchi bianchi. Le vicine dicevano che quel genere di pidocchi erano prodotti dal dolore. E siccome il dolore era per mia madre, cominciai a mangiarmi i pidocchi per puro amore nei suoi confronti.

Era il mio modo di amarla.

Di sentirne la mancanza.

Quanto sarebbe orgogliosa ora, mi dicevo, se vedesse come mi ascolta e mi applaude la gente!

Chissà se applaudono anche lei come me, dopo i suoi balli. Chissà se avrà cambiato il suo nome per uno più artistico. Se userà ancora quei foulard di seta così belli. Soffocando sotto le coperte, la immaginavo ballare seminuda, su un palco ornato di luci colorate che si accendevano e spegnevano. In quei giorni, ascoltando alcune donne che parlavano tra loro mentre erano in coda per il pane, avevo saputo che mia madre si era messa a fare la ballerina in un teatro di varietà.

Dicevano che «quella testa vuota della Magnolia» si era fatta abbindolare dal direttore di una compagnia di picaresque che era passata per l’Officina e se l’era portata nella capitale con la promessa di farla diventare una vedette. Non capii bene invece la cosa che una delle donne disse, strizzando l’occhio alle altre: che erano rimasti diversi vedovi a piangere la sua fuga, ma che il più afflitto di tutti era il signor amministratore.

Mia madre aveva ventisei anni quando se ne andò. E, pur avendo avuto cinque figli, in cinque anni consecutivi (il primo l’aveva avuto a quattordici), conservava una figura invidiabile. Di questo mi ricordo perfettamente perché diverse volte, quando eravamo noi due sole in casa, la vidi ballare davanti allo specchio con addosso solo la biancheria intima.

Eppure, il suo volto cominciava a sbiadire, a cancellarsi come quello di un’attrice che aveva smesso di fare cinema da molto tempo. L’altra cosa che mi succedeva era che, a forza di guardare e raccontare film, molte volte li confondevo con la realtà. Facevo fatica a ricordare se una certa cosa l’avevo vissuta o l’avevo vista proiettata sullo schermo. O se magari l’avevo sognata. Perché mi succedeva perfino di sognare e poi confondere i miei stessi sogni con le scene di qualche film.

La stessa cosa accadeva con i ricordi più belli di mia madre. Le immagini dei pochi momenti felici vissuti insieme a lei stavano svanendo nella mia memoria, ineluttabilmente, come scene di un vecchio film.

Un film in bianco e nero.

Muto.



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