La biblioteca senza libri by David A. Bell

La biblioteca senza libri by David A. Bell

autore:David A. Bell [Bell, David A.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-02-19T23:00:00+00:00


La biblioteca piena di libri (elettronici)

di Riccardo Ridi

Da un po’ di tempo si va sempre più diffondendo (soprattutto nei paesi dove il «vizio della lettura» è più comune) la domanda con cui si è sostanzialmente aperto il recentissimo saggio dello storico statunitense David A. Bell pubblicato sul periodico «The New Republic» nell’agosto 2012 e che è stato qui tempestivamente tradotto in italiano: «Quale sarà il ruolo delle biblioteche quando i lettori non avranno più bisogno di entrarci per consultare o prendere in prestito libri?». Tale dubbio, che crea ansia non solo – com’è naturale – ai bibliotecari che temono per il proprio posto di lavoro, ma anche a tutti coloro che frequentano con piacere una o più biblioteche per motivi di studio, di svago o di lavoro, è senz’altro sensato, ma personalmente ritengo che porselo sia ancora estremamente prematuro non solo in Italia (dove sia la diffusione degli e-book che l’accesso ad internet sono ancora molto lontani dalle impressionanti cifre fornite da Bell sulla situazione americana) ma anche nei paesi in cui la transizione al digitale è molto più avanzata.

I motivi del mio ottimismo – per chi vuole considerarlo tale – sono sostanzialmente due. Da una parte non è affatto vero che sia ormai imminente la possibilità di accedere gratuitamente – coi propri computer, smartphone, tablet ed e-book reader – alla totalità dei libri e delle riviste mai prodotti dagli esseri umani. E, dall’altra, anche quando ciò avvenisse, ci sarà comunque sempre bisogno di qualcosa (le biblioteche) e qualcuno (i bibliotecari) che tengano in ordine, cataloghino, conservino e garantiscano l’accessibilità perpetua e universale di tutta l’enorme massa di documenti «nativi digitali» (cioè nati direttamente in formato digitale) o «digitalizzati» (ovvero convertiti a partire da originali cartacei) che si sarà allora accumulata.

Ma – qualcuno obbietterà – non ci sta già pensando Google ad entrambe le cose? Sì e no. Sì perché in effetti tale azienda (così come molte altre iniziative private e istituzioni pubbliche) sta da tempo digitalizzando, in collaborazione con varie biblioteche americane ed europee, milioni di documenti che vengono poi messi, in parte, sul web. Ma anche no, perché difficilmente tale rastrellamento sarà mai completamente esaustivo e sufficientemente accurato e, comunque, non saranno mai disponibili gratuitamente in internet tutti i suoi frutti, perché da una parte i detentori del copyright dei libri e delle riviste più recenti (dove per «recenti» vanno intesi, in molti paesi diversi dagli Stati Uniti, tutti i testi di un autore fino ad almeno cinquanta o settanta anni dopo la sua morte) non lo permetteranno mai per non perdere i propri legittimi profitti e dall’altra la stessa Google, essendo appunto un’azienda privata con altrettanto legittime speranze di profitto, potrà riservarsi – già da adesso o a partire da un qualsiasi momento del futuro – di concedere la possibilità di cercare, visualizzare, scaricare ed eventualmente stampare anche i documenti liberi da copyright solo a chi corrisponderà un’adeguata tariffa. Ecco perché Google Books (come molti altri analoghi progetti) consente di visualizzare gratuitamente solo qualche «assaggio» di molti



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