La boffa allo scecco by Roberto Alajmo;

La boffa allo scecco by Roberto Alajmo;

autore:Roberto Alajmo; [Alajmo, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838945564
editore: edigita
pubblicato: 2023-05-08T22:00:00+00:00


13

Subito, entrando, Giovà si rende conto che a casa la notte è arrivata quando ancora fuori è pieno giorno. Le stanze sono buie. Le tapparelle serrate. Richiudendo la porta d’ingresso è costretto a farsi luce con la torcia del cellulare. L’oscurità si innesta sulla tensione che ha accumulato nel corso della mattinata, facendogli balenare gli scenari più agghiaccianti, una gamma compresa fra sicario in agguato e fantasmi dall’oltretomba.

– Mamma? Mamà?!

Nella casa tutto è silenzio. Buio e silenzio. Giovà si addentra di qualche passo e finalmente gli arriva un mugolio che riconosce subito: è suo padre, la sua maniera di esprimere il disagio, qualsiasi disagio. Siccome per la maggior parte del tempo resta zitto e catatonico, se mugola significa che davvero c’è qualcosa che non va. Arrivato in soggiorno è a lui che si rivolge:

– Pa’, che succede? La mamma dov’è?

Il padre gli risponde con un mugolio più articolato, che può significare molte cose, ma niente di confortante:

– Mmmh mh mmmh.

– Non ho capito... – gli risponde Giovà, che pure in famiglia è considerato l’interprete più abile dei mugolii paterni.

Il padre ripete, scandisce:

– Mmmh-mh-mmmh.

– Non ti capisco, papà.

– Mmmh mh mmmh.

Rispetto al solito, il signor Di Dio è più presente. Si sta sforzando di dire qualcosa:

– Mmmh mh mmmh!

Stavolta Giovà distingue il punto esclamativo alla fine:

– (Tre parole...?).

– Mmmh mh mmmh!

Finché Giovà capisce, traduce e ripete:

– Accendi la luce!

– MMMMH!

In effetti poteva pensarci prima. Le finestre sono sprangate, ma la luce elettrica dovrebbe esserci. Una verifica all’interruttore più vicino gli conferma: la luce elettrica non manca.

– (E allora?).

Dopo lo sforzo comunicativo di poc’anzi, il padre sembra sprofondato di nuovo nella catalessi. Giovà decide di concentrarsi per scoprire che fine abbia fatto la madre: non è da lei lasciare da solo il marito invalido. Va nella camera da letto dei genitori. La porta è chiusa. La apre. E subito gli arriva un gemito:

– Per carità! La luce!

Aver ritrovato la madre ancora in vita è un sollievo per Giovà, che già immaginava il peggio. Richiude la porta alle sue spalle per limitare la sofferenza che sempre l’illuminazione le produce nella fase acuta delle sue emicranie, anche quando proviene da un’altra stanza.

– Ahiahi...

– Mamà, che succede?

– La testa mi sta scoppiando...

Quando arrivano questi mal di testa invalidanti la celebrata efficienza della signora Antonietta si dissolve, riducendola a una larva umana:

– Per cortesia spegni la luce, di là, che mi dà fastidio...

– Ma pure in soggiorno? Già ho chiuso la porta... Mischino, il papà si stava preoccupando...

Il buio nell’intero appartamento è una forma di solidarietà che la madre si aspetterebbe da parte dei familiari, ma non ne fa una questione di principio. Piuttosto:

– Fammi una cortesia: prendimi la fascia.

La fascia è il nome con cui in famiglia si definisce una benda nera confezionata apposta, in panno pesante, che la signora Antonietta si avvolge intorno a occhi e fronte quando arrivano queste periodiche crisi di mal di testa.

Giovà sa in quale cassetto trovarlo, solo il buio gli fa perdere qualche secondo:

– Amunì, che ci vuole!?

– Arrivo.

Trovata



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