La confessione by Jessie Burton

La confessione by Jessie Burton

autore:Jessie Burton [Burton, Jessie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2020-01-16T23:00:00+00:00


2 Personaggio delle Avventure di Oliver Twist, archetipo del “ricettatore di beni rubati” [N.d.T.].

25

Continuavo a pensare al fatto che Connie si fosse definita un fantasma. Fino a quel momento avevo pensato che l’unico fantasma della casa fosse Elise Morceau. Connie si era, per ragioni note solo a lei, aperta con me raccontandomi della sua infanzia: il padre ufficiale che era per lei un idolo e a cui probabilmente oggi avrebbero diagnosticato un disturbo da stress post traumatico. La madre che era, a detta sua, la regina del distacco. Il fratello Michael: morto. I figli di lui: assenti. E soprattutto, supponevo, il modo in cui la sua sessualità e quindi la sua persona erano state passivamente cancellate da coloro che le erano più vicini. Il fatto che mi avesse parlato così... sembrava un’amicizia. Un dono basato sulla fiducia. Scoppiavo d’orgoglio e soffrivo per la ragazza che Connie era stata un tempo, che sentiva di non poter essere se stessa. Mi chiedevo se quel senso di alienazione e il bisogno di distacco fossero continuati anche nella vita adulta e avevo il sospetto che così potesse essere.

Ero andata da Connie con un intento chiaro, ma adesso la mia strada sembrava confusa e incerta. Per quanto volessi che lei continuasse ad aprirsi nella speranza che così facendo mi avvicinasse, volontariamente o inavvertitamente, a mia madre, la vulnerabilità che aveva rivelato sotto quella scorza civile e intellettuale mi faceva sentire in colpa e mi rendeva protettiva. Forse mi trovavo lì solo per prendermi cura di lei. Forse mi dovevo concentrare sulla donna che avevo davanti e non su quella che mi ronzava nella testa.

*

La mattina della Vigilia Kelly era già barricata nella campagna inglese, a spaccare legna senza dubbio. Adoravo l’idea della mia amica che fendeva alberi morti con una scure e la pancia che sporgeva. Io ero nel soggiorno di casa a incartare regali per i famigliari di Joe con tanto di splendidi nastri. Avevo fatto del mio meglio per trovare delle belle cose – creme per il corpo, bottiglie di vino, un asciugamano per il viso per Daisy con magiche proprietà esfolianti che lei avrebbe probabilmente preso come un insulto – ma nessuna di queste aveva un che di speciale. Mi facevano male le spalle per il tempo passato curva sulla moquette a cercare di fare i pacchetti senza spiegazzare la carta, nel caso Dorothy sospettasse, a ragione, che avevo fatto tutto all’ultimo momento. Il mio programma era passare da Connie, darle il suo regalo (a cui avevo dedicato un tempo considerevole e di cui ero molto contenta), rimanere per un bicchiere di champagne e poi lasciarla sola. Mi aveva fatto capire che era quello che voleva. Poi sarei andata a Wimbledon a passare il Natale con Joe e la sua famiglia.

Joe era andato a bere una birra prenatalizia con un nuovo amico che non conoscevo. A quanto pareva si chiamava Charles e aveva molta influenza sui social nel campo della ristorazione londinese.

Le birre dovevano essere state più di una. Alla fine la porta di casa si era aperta e Joe era entrato nella stanza.



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