La guerra delle Rose - Stormbird by Conn Iggulden

La guerra delle Rose - Stormbird by Conn Iggulden

autore:Conn Iggulden
La lingua: ita
Format: azw3
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XVIII

In tempi normali William avrebbe considerato la città di Rouen, situata un centinaio di miglia a sud-ovest di Calais, come una roccaforte. In quanto capitale della Normandia, appartenente all’Inghilterra, era stata testimone di vittorie degli inglesi, compresa l’esecuzione di Giovanna d’Arco dopo la sua ribellione. William si era diretto a sud con il suo esercito alla volta di quella città, attraversando una campagna dall’aspetto così familiare che avrebbe potuto essere quella del Kent o del Sussex, con le sue fattorie tipicamente inglesi. Aveva attraversato la Senna e raggiunto tre giorni prima Rouen in una mattina freddissima, con la brina che scricchiolava sotto gli zoccoli della sua cavalcatura.

La città era stata testimone silenziosa del suo arrivo, le grandi porte solidamente chiuse. William aveva contemplato i cadaveri che dondolavano nel vento, appesi per il collo sulle mura, che ondeggiavano con un cigolio sinistro; molti portavano ancora le tracce della violenza subita e le chiazze scure del sangue rappreso. William si era fatto il segno della croce e aveva detto una breve preghiera per le anime di quei poveretti, brava gente la cui unica colpa era stata il luogo di nascita.

La popolazione francese di Rouen sapeva che il re di Francia stava arrivando e questo aveva dato loro coraggio. Consumato dalla furia, William non riusciva quasi a pensare agli stupri e ai massacri che dovevano essere avvenuti tra quelle mura, dove avevano vissuto centinaia di famiglie inglesi. Quando una città cadeva si vedevano cose terribili. “Gli impiccati dovevano considerarsi fortunati” pensò.

Privato delle risorse della città, era stato costretto a farsi rifornire direttamente da Calais, sorvegliando le strade e perdendo uomini di vitale importanza solo per mantenere costante l’afflusso dei carri. Per fortuna l’acqua abbondava. Rouen era quasi circondata dalla Senna, racchiusa entro una grande ansa del fiume che scorreva nel fertile suolo della provincia. Il suo esercito attraversò la Senna su ponti di pietra e si accampò nei campi a sud della città. Voltando le spalle a Rouen, cominciarono a piantare nel terreno i pali acuminati per difendere la posizione dalle cariche di cavalleria. Un numero più grande dei suoi uomini usò la protezione di pesanti scudi di legno per avvicinarsi alla città silenziosa e bloccare con travi massicce le porte, utilizzando chiodi di ferro lunghi come l’avambraccio di un uomo. Non ci sarebbe stato nessun attacco improvviso alle spalle. William sperava soltanto di avere l’occasione di ripagare con la stessa moneta gli abitanti della città per ciò che avevano fatto.

Gli uomini inviati in perlustrazione rientravano tutte le sere con i loro rapporti, ognuno peggiore del precedente. William era certo che il re di Francia non avesse avuto a disposizione un numero così grande di uomini già addestrati, la notizia sarebbe trapelata, perciò metà dell’esercito da affrontare doveva essere formata da contadini arruolati allo scopo; e in passato quegli uomini non avevano dato grande prova di sé contro gli inglesi. Era solo un filo di speranza, ma non c’era molto altro a cui fare appello per risollevarsi il morale, con Rouen alle spalle.

La



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