La metamorfosi by Luciano Canfora

La metamorfosi by Luciano Canfora

autore:Luciano Canfora [Canfora, Luciano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economica Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2023-05-15T00:00:00+00:00


2.

La «guerra fredda» fu fenomeno planetario. E con la vittoria di Mao in Cina (settembre 1949) e la conseguente guerra di Corea (giugno 1950), rischiò di diventare guerra vera e propria. Il che avrebbe quasi certamente comportato la messa fuori legge del Pci in Italia, pratica che, di lì a poco, fu avviata nella Germania federale23. Le oscillazioni e gli errori della politica di Stalin (morto il 5 marzo 1953) negli anni ’48-50 contribuirono non poco a rendere difficile la posizione del Pci. Il panorama è inquietante: dal fallimentare «blocco di Berlino» alla direttiva di opporsi al Piano Marshall, alla stretta ‘autoritaria’ nelle neonate «democrazie popolari»; dalla rottura con Tito al cambio di politica verso Israele – la cui nascita era pur dovuta ai decisivi tre voti controllati dall’Urss al Consiglio di Sicurezza dell’Onu – fino al ‘processo dei medici’; dalla infelice creazione del Cominform, con gli italiani nella posizione di imputati per «iper-parlamentarismo», alle antipodiche direttive dello stesso Stalin, al termine del XIX Congresso del Pcus (ottobre 1952), incitanti i partiti comunisti «di tutto il mondo» a farsi difensori delle «libertà democratico-borghesi». E sono solo cenni sommari, cui dovremmo aggiungere per lo meno le presto ‘emblematiche’ «forche di Praga» e la catena di processi e condanne a morte di dirigenti comunisti delle «democrazie popolari» ora per «titoismo» ora per «sionismo».

In questa autentica bufera che avrebbe potuto travolgere non solo la politica «nazionale» del «partito nuovo» (Tito era condannato per «nazionalismo», e così anche chi veniva sospettato di ispirarsi alla sua esperienza) ma il suo stesso artefice, Togliatti riuscì, pur tra tanti arretramenti ‘tattici’, a portare a compimento la redazione e approvazione unitaria della Costituzione (dicembre 1947) e, soprattutto, a non dismettere mai la prospettiva del «partito nuovo» e, nei limiti del possibile, la corrispettiva azione politica.

Il rimprovero abitualmente rivoltogli di «doppiezza» nasce da ignoranza dei fatti: «doppiezza» era in una parte della base del Partito, che, dai zig-zag della politica dell’ultimo Stalin, poteva trarre conferma del carattere essenzialmente strumentale di tutta l’enfasi sul «partito nuovo». Non ripercorreremo questa storia. Diremo soltanto che aver salvaguardato quella linea dopo l’attentato del 14 luglio ’48, dopo il colpo di mano al varo della «legge truffa» (dicembre ’52-marzo ’53), dopo il terribile ’56 e dopo la svolta a destra della Dc (Tambroni, 1960), è la prova di una scelta irreversibile. Scelta alimentata però anche dall’illusione che, prima o poi, sarebbe tornata in vita l’alleanza del 1944-47. La crescita costante in termini elettorali, persino nelle elezioni politiche del 1958 svoltesi a ridosso del disastroso 1956, contribuiva ad alimentare quella fiducia. L’ultima tornata di elezioni politiche cui Togliatti prese parte con la consueta serietà e solerzia fu quella del 28 aprile 1963, che vide un forte progresso elettorale del Pci. Non appena fu chiaro il risultato la proposta di Togliatti fu che erano dunque daccapo maturi i tempi per un ingresso del Pci nell’area di governo.

Il veto Usa era invalicabile: persino per far entrare Nenni nella «stanza dei bottoni» – come egli stesso buffamente la



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