La moglie del comandante by Ceridwen Dovey

La moglie del comandante by Ceridwen Dovey

autore:Ceridwen Dovey [Dovey, CERIDWEN]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788804584636
editore: Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
pubblicato: 2009-09-14T16:00:00+00:00


3

La moglie del ritrattista

Lo confesso, sono una gazza ladra: ho sempre amato tutto ciò che luccica, fin dalla più tenera età. Mia madre diceva che per la strada raccoglievo sempre le piccole cose che brillavano, e che doveva aprirmi a forza la mano per farmele buttar via. Avvistavo una monetina a metri di distanza. I granelli sfavillanti nell'asfalto dei marciapiedi erano i miei preferiti, non so bene cosa fossero, forse frammenti di vetro mischiati al bitume. Di sera, mentre camminavo, la luce dei lampioni li faceva danzare, e con grande orrore di mia madre mi accovacciavo sul marciapiede per cercare di grattarli via, convinta di potermeli portare a casa. La nonna aveva una scatola piena di bottoni preziosi, e io passavo ore a lucidarli con un fazzoletto e a disporli in lunghe file magiche. È stato del tutto naturale che, col tempo, questa mia passione si spostasse su oggetti più grandi e di maggior valore, come i gioielli veri, i metalli rari e anche i cristalli. Tutti i miei innamorati sapevano di dover soddisfare la gazza ladra che era in me. Ma quando ho conosciuto mio marito ho rinunciato pubblicamente a tutte le cose che luccicano. Tuttavia mio padre, in segreto, continuava a regalarmele, per placare la brama del mio cuore, e ancor oggi credo che abbia fatto bene, se ripenso alla faccia che ha fatto mia madre quando ha incontrato per la prima volta mio marito a una delle sue esposizioni. L'opera principale raffigurava i resti di un uovo crudo che lui aveva buttato dal decimo piano di un edificio e che era atterrato sul marciapiede. I miei famigliari erano gli unici visitatori.

Non penso spesso a lui, anche se so che è qui, in questo edificio. La scorsa settimana si è reso ridicolo chiamandomi mentre facevo ginnastica nel giardino delle sculture. Vuole che io condivida con lui questo bambino: da quando sono rimasta incinta non fa che tormentarmi con questa pretesa di venir coinvolto, ma non è affar suo, se volete sapere come la penso. Ha escogitato ogni sorta di trucco per sentirsi partecipe: riempiva il frigorifero di champagne, andava a comprarmi i limoni, faceva centinaia di inutili schizzi che pensava di regalarmi appena mi sarei sgravata. Da quando sono rimasta incinta non mi ha più persa di vista neanche per un istante. Ero abituata a sentirmi sempre osservata, abituata a quel suo sguardo non critico, ma adorante: annusava i vestiti che lasciavo sulle sedie, sentiva un tuffo al cuore se riconosceva la mia sagoma nell'auto davanti a lui, mi fissava dal letto con occhi pieni di amore quando mi dedicavo alla cura di me stessa, per esempio quando mi depilavo le sopracciglia. Ma dopo che gli ho detto del bambino, è diventato insopportabile: capitava che mi girassi nella vasca da bagno e lo scoprissi a fissarmi in silenzio, oppure che mi svegliassi nel cuore della notte e lo vedessi guardare il mio ventre che si sollevava e si abbassava nel buio. Prima del bambino, quando eravamo appena sposati,



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