La pipa di Maigret by Georges Simenon

La pipa di Maigret by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2019-10-11T16:00:00+00:00


Era una fortuna che nell’appartamento non ci fosse il telefono. Bisognava scendere alla latteria e usare l’apparecchio che c’era dietro al bancone.

«Ti tocca andare a fare una telefonata, signora Maigret. Chiedi di Besson. Sono le sette, forse lo trovi ancora in ufficio. Altrimenti chiama il Café du Centre, dove starà giocando a biliardo con Thiberge».

«Devo dirgli di venire?».

«Pregalo di portarmi al più presto possibile l’elenco non di tutti i residenti della strada, ma di quelli che abitano sul lato sinistro, e solo tra place du Congrès e la casa del giudice».

«Cerca almeno di stare coperto...».

Aveva appena imboccato le scale quando Maigret mise le gambe giù dal letto e corse a piedi scalzi verso l’astuccio del tabacco per caricarsi un’altra pipa. Poi si ricacciò sotto le lenzuola con aria innocente.

Attraverso il pavimento sottile gli giungeva un mormorio, la voce della signora Maigret che parlava al telefono. Nonostante avesse un forte mal di gola, fumava a piccole boccate avide. Gocce di pioggia scivolavano lente sui vetri scuri, e anche questo lo riconduceva all’infanzia, a quando si buscava un malanno e la madre gli portava a letto la crème-caramel.

La signora Maigret risalì un po’ ansimante e si guardò intorno, come per accertarsi che fosse tutto come l’aveva lasciato, ma non pensò alla pipa.

«Sarà qui tra un’oretta».

«Devo chiederti un altro favore, signora Maigret... Mettiti il cappotto...».

La moglie gli lanciò uno sguardo sospettoso.

«Va’ dal piccolo Justin e chiedi ai suoi genitori il permesso di portarlo qui... Sii gentile con lui... Se mandassi un ispettore, sono sicuro che si spaventerebbe, e il ragazzo ha già la tendenza a mettersi sulla difensiva... Digli soltanto che desidero scambiare due chiacchiere...».

«E se la madre vuole accompagnarlo?».

«Inventati qualcosa, ma non la voglio tra i piedi».

Era solo, accaldato, grondante di sudore, sprofondato nel letto, con la pipa che spuntava da sotto le lenzuola e da cui saliva un filo di fumo. Chiuse gli occhi e rivide di nuovo l’angolo di rue Sainte-Catherine; non era più il commissario Maigret, ma il chierichetto che camminava in fretta, che percorreva ogni mattina la stessa strada, alla stessa ora, e che si faceva coraggio parlando da solo sottovoce.

Girava l’angolo di rue Sainte-Catherine...

«Mamma, vorrei che mi comprassi una bicicletta...».

Il ragazzino si preparava il discorso che avrebbe fatto alla madre tornando dall’ospedale. Non poteva essere così semplice, però. Di sicuro Justin aveva progettato un approccio più diplomatico.

«Sai, mamma, se avessi una bicicletta, potrei...».

Oppure:

«Ho già messo da parte trecento franchi... Se mi prestassi il resto, che prometto di restituirti con i guadagni delle messe, potrei...».

L’angolo di rue Sainte-Catherine... Qualche istante prima che le campane della parrocchia suonassero per la seconda volta... Restavano da percorrere solo centocinquanta metri di strada buia e deserta per arrivare alla rassicurante porta dell’ospedale... Ancora pochi balzi tra le chiazze luminose dei lampioni...

Il bambino aveva detto:

«Ho alzato la testa e ho visto...».

Il problema era tutto lì. Il giudice abitava nel tratto centrale di rue Sainte-Catherine, più o meno a metà strada tra place du Congrès e l’angolo della caserma, e non aveva visto né sentito niente.



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