La principessa del Burundi by Kjell Eriksson

La principessa del Burundi by Kjell Eriksson

autore:Kjell Eriksson [Eriksson, Kjell]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


22.

Vincent si svegliò alle quattro e mezza. Vivan lo aveva sistemato nella stanza adibita a sartoria. Per qualche istante rimase a osservare la macchina per cucire, i rocchetti disposti in ordine di colore, il panno nero appoggiato sul tavolo accostato alla parete.

Il mal di testa era passato, ma aveva lasciato un senso di pesantezza.

La cognata aveva lavato la ferita sulla tempia. «Sei l’unica che mi accetta» le aveva detto. Lei si era intenerita per quella triste constatazione.

Andò nell’ingresso. Sfilò il giornale dallo sportellino della posta. La notizia era nella terza pagina. Di lui si diceva che era disturbato. Della vittima, una donna di quarantadue anni di Sävja, che non era ferita ma era sotto shock. La polizia sollecitava la popolazione a collaborare fornendo ogni segnalazione utile.

Vincent spinse il giornale sul fondo della pattumiera. Si muoveva con la massima cautela: la camera di Vivan era vicina alla cucina, e ricordava quanto potesse essere scontrosa appena svegliata.

Accese il bollitore e cercò di riordinare i pensieri. La polizia sicuramente aveva messo sotto controllo il suo appartamento. Lì poteva fermarsi ancora un paio di notti, poi Vivan avrebbe cominciato a insospettirsi. Poteva chiedere a Bernt, un frequentatore della sala del bingo. E doveva procurarsi dei soldi.

Se Gunilla Karlsson pensava di averla scampata si sbagliava. Vincent Hahn poteva essere ingannato una volta, ma due no. Brutta strega. Più ripensava alla sera precedente, più rafforzava la propria decisione: si sarebbe vendicato.

Vivan entrò in cucina alle sei e mezza. Trascinava i piedi. Sembrava essersi dimenticata del cognato. Gli rivolse uno sguardo confuso. Vincent rimase in silenzio.

«Come va?» gli chiese, e senza aspettare la sua risposta andò in bagno. Vincent sentì prima la pipì e poi la doccia.

«Quanto pensi di fermarti?» gli chiese quando uscì dal bagno avvolta in un asciugamano.

Vincent era ancora seduto al tavolo della cucina. Il mal di testa era tornato. La cognata gli stava semplificando le cose con quella domanda.

«Una o due notti» rispose. «A te va bene?»

«A me va benissimo.»

«Mi è rimasta un po’ di paura.»

Vivan uscì dalla cucina e Vincent riuscì finalmente a rilassarsi. Sentì che la cognata apriva i cassetti dell’armadio. Non si è trovata un altro uomo, pensò.

«Hai preso tu il giornale?»

«No. Ti arriva a casa?»

«Sì, ho fatto l’abbonamento!» esclamò in modo inaspettatamente duro.

«Vado a sdraiarmi. Il mal di testa è ritornato.»

Era quasi calmo. Gli pareva che lui e la cognata fossero una coppia, o comunque due amici molto intimi che stavano scambiando quattro chiacchiere.

«Posso darti qualcosa per il disturbo.»

«Non essere sciocco» disse lei tornando in cucina. «Riposati un po’, io intanto faccio colazione.»

Vincent tornò nella sartoria. Vivan preparò lo yogurt e i cereali. Recuperò un settimanale che aveva già letto e accese la radio che teneva sul davanzale della finestra.



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